Il dollaro australiano risente del crollo delle esportazioni cinesi, aprendo in gap down
Avvio di settimana in rosso per i mercati asiatici, appesantiti dal pessimo dato sulle esportazioni cinesi che a febbraio sono crollate del 18,1%. Inoltre, per la prima volta dal 2012, la bilancia commerciale cinese è risultata negativa a -22,9 miliardi di dollari da +31,86 miliardi di dollari del mese precedente. La fragilità dell’economia dell’ex Impero Celeste ha pesato parecchio sull’andamento dei listini azionari asiatici, che hanno chiuso la seduta con pesanti cali. Giù anche le valute dei partner commerciali del continente oceanico, in particolare il dollaro australiano.
Sul forex il tasso di cambio AUD/USD ha aperto in gap down. La debolezza della valuta di Sidney è stata evidente per tutta la sessione asiatica e attualmente resta elevata la pressione ribassista, che finora ha spinto le quotazioni fino a 0,9023. Venerdì l’Aussie era salito fino a 0,9133, ai massimi da quasi tre mesi. In deciso rialzo troviamo poi il cross EUR/AUD, che si è spinto fino a 1,5390 (la chiusura di venerdì era stata inferiore a 1,53). Per la divisa australiana è stato più pesante il calo nei confronti dello yen, tanto che il cross AUD/JPY ha toccato un bottom intraday a 92,89 prima di risalire la china fino in area 93,50.
Ha rallentato un po’ il passo anche il dollaro neozelandese, molto acquistato negli ultimi tempi in vista della stretta monetaria della Reserve Bank of New Zealand. Il tasso di cambio NZD/USD è tornato in area 0,8450, ma venerdì era salito fin sopra 0,8520 ai massimi da oltre due mesi. Il Kiwi è in area di resistenza, per cui non va escluso un approfondimento ribassista di breve termine fino in area 0,84. Il cross AUD/NZD, invece, ha ripreso la sua discesa spingendosi fin sotto 1,0670.
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