Forex: banca centrale russa vende quasi un miliardo di dollari, ma non ferma il crollo del rublo

Nicola D’Antuono

4 Dicembre 2014 - 06:41

La banca centrale di Mosca è tornata a intervenire sul mercato valutario con vendite dirette di dollari per cercare di arrestare il crollo senza freni del rublo

Forex: banca centrale russa vende quasi un miliardo di dollari, ma non ferma il crollo del rublo

Ormai la notizia è ufficiale. Lunedì 1° dicembre la banca centrale di Russia è intervenuta sul mercato dei cambi vendendo 700 milioni di dollari per fermare la caduta senza freni del rublo. Quel giorno il tasso di cambio dollaro/rublo era volato ai massimi di sempre in area 53,85, con un guadagno intraday che aveva toccato addirittura l’8% a seguito del crollo dei prezzi del petrolio.

L’intervento era riuscito a placare temporaneamente le vendite sul rublo, ma nei due giorni successivi la quotazione del cambio USDRUB è tornata ad aumentare fino a raggiungere un nuovo record assoluto a 54,83. Secondo gli analisti finanziari potrebbero esserci stati altri movimenti in soccorso della valuta russa, che farebbero così aumentare la vendita di riserve anche oltre il miliardo di dollari.

L’istituto monetario di Mosca non interveniva direttamente sul mercato dei cambi dallo scorso 7 novembre, quando fu annunciato l’abbandono della banda di oscillazione per non interferire con l’andamento del mercato. Nel frattempo la Procura Generale della Federazione russa ha aperto un’inchiesta sulla banca centrale dopo le accuse giunte da un deputato della maggioranza alla Duma, nonché membro della Comissione Budget e Fisco.

Gli ispettori sono entrati negli uffici dell’istituto di Mosca per verificare l’eventuale presenza di documenti in grado di provare irregolarità nella gestione del cambio del rublo. Intanto il vice-ministro delle Finanze, Alexei Vedev, ha dichiarato che la Russia potrebbe entrare in recessione già nel primo trimestre del 2015. Il prossimo anno il pil dovrebbe diminuire dello 0,8%, in netto calo dunque dalla precedente stima di crescita dell’1,2%.

Il 2014, invece, dovrebbe chiudersi con un incremento del pil dello 0,6%, anziché dello 0,5% grazie al boom dell’export favorito dal rublo debole. In attesa di conoscere anche i prossimi verdetti delle principali agenzie di rating, non si ferma la fuoriuscita di capitali dalla Russia. Dopo il deflusso record di 61 miliardi di dollari del 2013, quest’anno si potrebbe raggiungere l’incredibile cifra di 120-140 miliardi di dollari anche a causa delle forti tensioni geopolitiche con l’Occidente.

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