Fatture false e traffico illecito di rifiuti: 146 indagati a Palermo

Teresa Maddonni

16 Gennaio 2020 - 16:34

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False fatture per gestire un traffico illecito di rifiuti metallici. Le indagini della Procura di Palermo e della Guardia di Finanza hanno coinvolto 146 persone ed emesso 15 ordinanze di custodia cautelare per reati ambientali e tributari.

Fatture false e traffico illecito di rifiuti: 146 indagati a Palermo

Facevano fatture false per gestire un traffico illecito di rifiuti motivo per cui 146 persone sono state indagate a Palermo.

La Guardia di Finanza del capoluogo siciliano, insieme al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo.

L’ordinanza è stata emessa nei confronti di 15 persone che operano nel settore dello smaltimento dei rottami metallici accusate di traffico illecito di rifiuti, nonché dell’emissione di fatture false e occultamento di documentazione contabile.

False fatture per gestire il traffico illecito di rifiuti metallici: le indagini

Le indagini della Procura di Palermo, nell’ambito dell’Operazione Old waste grazie alle intercettazioni telefoniche, insieme a segnalazioni e verifiche fiscali, hanno permesso di rilevare come attraverso le false fatture si arrivasse a gestire un traffico illecito di rifiuti metallici.

Come si apprende dal comunicato stampa diramato dalla Guardia di Finanza di Palermo poche ore fa, il sistema di antiriciclaggio aveva già portato a 45 segnalazioni su persone fisiche in merito ad atti illeciti.

Successivamente le indagini sono diventate molto più penetranti per poi sfociare nel penale.

Le indagini hanno fatto emergere un sistema criminale: i proprietari di piccole ditte individuali che non avevano alcuna autorizzazione ambientale, nel periodo tra il 2014 e il 2017, hanno commerciato materiale per 3,5 milioni di euro, ma senza che questo potesse avere una corrispondenza con la merce effettivamente consegnata.

Le ditte di raccolta dei rifiuti emettevano fatture false per 6 società che si occupano della raccolta e del trattamento di materiale metallico a Palermo e provincia (Carini e Capaci).

Queste stesse società, che acquistavano materiale a prezzi convenienti attraverso canali illegali, avevano infatti necessità di fornire documentazione per il materiale acquistato, di qui le fatture false.

Il materiale infatti acquistato illecitamente e giustificato da false fatturazioni, sarebbe stato rivenduto, una volta lavorato, a prezzo di mercato, con un enorme guadagno.

Il meccanismo criminale delle false fatture che coinvolge 146 persone

Ma vediamo nello specifico come funzionava il meccanismo criminale delle false fatture che ha coinvolto 146 persone nell’Operazione Old waste.

L’illecito avveniva attraverso passaggi specifici:

  • le ditte individuali senza permessi ambientali, vale a dire soggetti che nel comunicato della Guardia di Finanza vengono definiti “cenciaioli”, recuperavano materiali metallici: dal rame all’ottone, dal ferro all’alluminio, per poi portarli nelle piattaforme di raccolta;
  • per corrispondere la merce venivano emesse false fatture per le società di Palermo e provincia che si occupano di trattamento dei rifiuti metallici;
  • le fatture false, i cui importi non venivano dichiarati al fisco, non corrispondevano, perché superiori, al quantitativo di merce effettivamente acquistato;
  • queste stesse società potevano tuttavia, con le false fatture, avere documentazione da presentare per giustificare la merce proveniente dal circuito illecito.

Il pagamento delle fatture false avveniva attraverso il seguente meccanismo:

  • le società pagavano i “cenciaioli” con bonifici e assegni bancari;
  • i “cenciaioli” prelevavano le somme in contanti le somme;
  • una parte dei soldi veniva restituita (a mano) alle società che acquistavano materiale metallico.

Queste stesse società potevano alla fine del trattamento dei rifiuti rivendere il materiale a prezzo di mercato, con un evidente ed indebito guadagno.

Le indagini della Procura con la Guardia di Finanza hanno interessato 146 persone per reati tributari e ambientali.

Per 15 persone tra le 6 società e i cenciaioli sono state emesse invece le ordinanze di custodia cautelare.

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