Fallimento USA in Afghanistan: Assange aveva previsto tutto?

Alessandro Cipolla

30 Agosto 2021 - 10:16

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Julian Assange è in carcere nel Regno Unito: i tanti documenti top secret divulgati da Wikileaks però hanno anticipato quello che sarebbe stato l’esito disastroso della missione USA in Afghanistan.

Fallimento USA in Afghanistan: Assange aveva previsto tutto?

Il fallimento della “Guerra al terrorismo” lanciata nel 2001 da George W. Bush, all’epoca Presidente degli Stati Uniti, poteva essere facilmente intuibile fin dal 2010, anno in cui Wikileaks ha pubblicato gli oltre 90.000 documenti top secret riguardanti la missione in Afghanistan.

La figura del giornalista Julian Assange, al momento in carcere nel Regno Unito dopo aver passato diversi anni chiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, torna così a essere di attualità tanto che su di lui sarà incentrata una puntata di PresaDiretta condotta da Riccardo Iacona.

Come sottolineato da Iacona in un articolo pubblicato da Domani, dentro quei rapporti “scritti dagli stessi soldati americani che combattevano sul campo, c’era con 11 anni di anticipo il racconto di una guerra fallita”.

Il disastro dell’Afghanistan, Paese ora sull’orlo di una guerra civile tra Talebani e Isis-K dopo la fine della ventennale presenza delle forze militari occidentali, non sarebbe così figlio di dinamiche recenti e poco prevedibili, ma già era ipotizzabile nel 2010 quando Wikileaks pubblicò quel fiume di documenti riservati denominato in seguito Afghan Leaks.

Afghanistan: il ruolo di Assange

Chelsea Manning è un ex militare statunitense all’epoca dei fatti analista di intelligence durante le operazioni militari in Iraq. Nel 2013 è stata condannata a 35 anni di carcere, poi graziata da Barack Obama, con l’accusa di aver aver trafugato decine di migliaia di file riservati, documenti che poi sono stati divulgati da Wikileaks.

Nel dettaglio, si tratta di oltre 91.000 documenti inerenti alla guerra in Afghanistan che si riferiscono al periodo tra l’inizio del 2004 e la fine del 2009. Una sorta di “diario” che ha portato alla luce non solo la strage di civili in incidenti non dichiarati, ma anche il timore per la forza dei Talebani e il rapporto degli islamisti con Pakistan e Iran.

Ma c’è anche altro. Già allora era evidente che le truppe governative afghane apparivano “un esercito di carta mal pagato e armato” come scritto da Iacona, mentre dal punto di vista governativo la corruzione era dilagante. Il tutto mentre la produzione di oppio raggiungeva livelli mai visti in Afghanistan.

Il lavoro giornalistico svolto da Julian Assange aveva così anticipato l’esito della “Guerra al terrorismo”, con i Talebani che in pochi giorni sono ritornati al potere praticamente senza incontrare l’opposizione dell’essercito governativo.

Una Caporetto per gli Stati Uniti che adesso piangono anche i morti nel terribile attentato all’aeroporto di Kabul, ma nelle carte di Wikileaks oltre a tutti gli orrori di questa guerra, era ben chiaro che in Afghanistan sarebbe stato impossibile giungere a un lieto fine.

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