Come Facebook decide di cancellare i contenuti segnalati: c’è un codice etico

Concetta Maria Suriana

27 Dicembre 2016 - 13:36

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Il codice etico che di Facebook è stato reso pubblico da due giornalisti. Ecco quali sono le regole alla base della cancellazione dei contenuti scorretti.

Come Facebook decide di cancellare i contenuti segnalati: c’è un codice etico

Svelato il codice etico di Facebook (FB).
Quante volte vi è capitato di controllare la vostra bacheca di Facebook e vedere post inopportuni, leggere stati che incitano all’odio o richieste di altri amici che chiedono di segnalare una foto, un profilo? Delle volte lo facciamo ed il post o la persona vengono rimossi da Facebook, altre volte no. Perché?

Quali sono le caratteristiche che spingono Facebook a cancellare un post rispetto ad un altro? C’è un codice etico? Ci sono delle regole? La risposta è sì, e per la prima volta ora le possiamo leggere.

É la prima volta che queste regole diventano di dominio pubblico. Rese note da Till Krause e Hannes Grassegge, due giornalisti tedeschi della Süddeutsche Zeitung, uno dei più importanti quotidiani della Germania, le regole di cancellazione dei contenuti scorretti erano sempre rimaste sotto chiave. Facebook infatti si era sempre rifiutato di pubblicarle.

A rivelare il motivo di tanta segretezza da parte di Facebook è stato un manager anonimo. La ragione per la quale le regole alla base del codice etico non erano state rese note era per evitare che si trovasse il modo per aggirarle.

Vediamo ora quali sono queste regole e quali sono le caratteristiche alla base della cancellazione dei contenuti scorretti.

Facebook contro il bullismo

Dai documenti venuti alla luce si scopre che i moderatori lavorano molto nel campo del bullismo online e dell’incitamento all’odio verso giovanissimi ed anziani, docenti, donne e disoccupati.

Rientra nel bullismo anche fare una graduatoria delle persone sulla base dell’aspetto fisico o dei tratti di personalità, quindi deve essere cancellato.

Devono essere obbligatoriamente eliminati i post che hanno come argomento ingiurie, toni violenti e minacciosi verso categorie protette in base a razza, etnia, religione, provenienza nazionale, orientamento sessuale ed identità di genere.

La tutela della religione su Facebook

Punto dolente è quello delle religioni. In questo caso le regole sono più complesse: sono tutelati gli appartenenti ai gruppi religiosi, ma non le religioni, poco importa quali siano. Stesso discorso vale per i singoli Paesi. Ad esempio si può scrivere un post sulla Germania senza correre rischi, diverso è se si parla di tedeschi.

Atteggiamenti considerati “autolesionistici” come i tatuaggi ed il piercing estremo possono essere pubblicati su Facebook se accompagnati dall’invito a “non farlo a casa”.
Se si incorre in immagini di ferite autoinflitte invece non sarà solo cancellato il post, ma la persona che le ha postate sarà messa in contatto con chi sarà in grado di fornire un aiuto.

Facebook e la persona pubblica

Il codice etico però non è assoluto. Come ogni servizio editoriale anche Facebook distingue le figure pubbliche dai normali cittadini.

Ad avere il titolo di “persona pubblica” è chi ha più di 100 mila followers, va in televisione, rilascia dichiarazioni pubbliche o nelle cronache degli ultimi due anni è stato menzionato più di cinque volte. In quel caso anche i post più pesanti dovranno essere ignorati.

Davanti alla diffusione del proprio codice etico, i vertici di Facebook hanno tenuto a sottolineare che “Facebook non è un posto per la diffusione di discorsi di odio, razzismo o appelli alla violenza”, confermando che ogni contenuto segnalato viene seriamente valutato.

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