FMI: Lagarde come ZeroHedge. Tutto questo pessimismo è giustificato?

Flavia Provenzani

15/04/2016

Il FMI sta diventando più pessimista di ZeroHedge, blog finanziario famoso per teorie complottiste e previsioni allarmanti, nel descrivere l’economia mondiale. Tutta questa negatività è giustificata?

FMI: Lagarde come ZeroHedge. Tutto questo pessimismo è giustificato?

Christine Lagarde, direttore del FMI, è tanto pessimista sull’economia da far scattare un immediato confronto con ZeroHedge, blog indipendente made in USA famoso per gli approfondimenti negativi e complottisti sulle dinamiche dell’economia degli Stati Uniti e internazionale.

Perché il Fondo Monetario Internazionale sta diventando anche più negativo di Tyler Durden? Tutto questo pessimismo è davvero giustificato?

Largarde (FMI) vs. ZeroHedge: dilaga il pessimismo

Tyler Durden è lo pseudonimo utilizzato dagli autori del ZeroHedge - blog finanziario inesorabilmente negativo, che qualche volta riesce anche a prevedere cosa accadrà.

Christine Lagarde è il direttore del Fondo Monetario Internazionale: lei e tutti i suoi colleghi stanno prendendo una piega decisamente negativa sul fronte delle previsioni sull’economia, come hanno dimostrato i nuovi report di questa settimana.

Il nuovo World Economic Outlook del FMI è sottotitolato "Troppo lenta per Troppo tempo", in riferimento alla crescita dell’economia mondiale.

Le definizioni utilizzate dal capo economista del Fondo, Maurice Obstfeld, per discutere la crescita variano da "sempre più negativa", "troppo lenta" e "progressivamente meno ottimista".

La stessa Lagarde, giovedì, ha detto che una ripresa duratura è un obiettivo sempre più sfuggente, che i rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati, che le economie avanzate sono soggette alla debolezza della domanda, ereditata dalla crisi finanziaria, che la crescita demografica non è favorevole e la crescita della produttività è troppo bassa, che i mercati emergenti sono stati rallentati dalle recessioni in Brasile e Russia, nonché dal tentativo di riequilibrio della Cina.

Pessimismo giustificato?

Il FMI, certamente, ha il compito di presentare le condizioni dell’economia in modo analitico e veritiero, ma esiste una serie di ragioni per pensare che il pessimismo del FMI non sia fondata.

Gli ultimi dati macroeconomici dimostrano qualcosa di diverso: negli Stati Uniti, ad esempio, le richieste di sussidi di disoccupazione sono scese ai minimi degli anni ’70.
L’occupazione è in aumento da mesi, il settore manifatturiero è in fase di crescita.

Sul fronte delle vendite al dettaglio le prospettive non rimangono delle migliori, è vero, ma potrebbe anche dipendere dai cambiamenti sulla propensione al consumo del cittadini.

E non è solo un fenomeno statunitense.

L’Europa non è in forma smagliante, ma la sua economia è ormai in ripresa da mesi. La Cina sta mostrando segnali di miglioramento sul fronte della domanda interna, l’India sta rilasciando dati incoraggianti.

I trader sembrano essere d’accordo. Gli indici azionari sono in rialzo, nella notte lo S&P 500 ha segnato i massimi del 2016, i prezzi delle materie prime stanno rimbalzando e la domanda sta aumentano.

Certo, il mercato potrebbe anche lanciare degli segnali sballati, ma i toni ribassisti e negativi del FMI sembrano non voler tener conto della realtà.

Attenzione: esiste un grande rischio celato nel convincere il mondo ad ogni ribasso dei mercati e della qualità dei dati che un’altra crisi finanziaria come quella del 2008 sia ormai alle porte.

E non è in gioco solo la credibilità del FMI e della sua Christine Lagarde.

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