FED: rialzo dei tassi a dicembre? Le grandi aziende non ne sono convinte

Mariangela Celiberti

30 Novembre 2015 - 14:58

Il meeting della FED prevista per metà mese svelerà se i tassi d’interesse subiranno un rialzo: le più grandi aziende mondiali però non credono in cambiamenti sostanziali delle sue policy rispetto al passato.

FED: rialzo dei tassi a dicembre? Le grandi aziende non ne sono convinte

I CFO (chief financial officers) delle più grandi aziende del mondo non sono convinti della possibilità che la FED, la Banca Centrale americana, possa decidere per un rialzo dei tassi nel prossimo meeting di dicembre. Da un sondaggio effettuato presso 51 CFO di aziende europee e asiatiche tra il 16 e il 25 novembre è emerso che appena il 50% crede sarà annunciato un aumento del tasso d’interesse durante il meeting previsto per metà dicembre della FED. Il 27% presagisce un aumento solo nella seconda metà del 2016, mentre per uno degli intervistati non ci saranno aumenti nei prossimi 12 mesi. Il sondaggio è stato realizzato presso aziende del calibro di Unilever e Lenovo.

I risultati sono in netto contrasto con la visione dei market watcher. Basandosi sull’andamento dei future degli ultimi 30 giorni sui Fed Funds, stimato dal Chicago Mercantile Exchange & Chicago Board of Trade (CME Group) - che è stato a lungo utilizzato per esprimere la visione del mercato sui probabili cambiamenti nella politica monetaria degli Stati Uniti- i traders affermano che ci sia il 78% di possibilità di un rialzo a dicembre.
Questa stima è in aumento rispetto allo scorso mese: era al 52% quando la Presidente Janet Yellen e il suo team avevano iniziato ad assumere una linea più dura con l’avvicinarsi del meeting.

“La mia sensazione è che i mercati abbiano ora bisogno di questo rialzo”

ha dichiarato Francois Gauthey, direttore del dipartimento Financial & Corporate di Eurotunnel. Ha inoltre aggiunto che l’effetto del rialzo in Europa ritarderebbe e andrebbe come al solito a colpire quanto le aziende pagano per prendere in prestito soldi.

“L’effetto potrebbe essere arrivare un po’ in ritardo. Non siamo preoccupati, almeno non ancora.”

La banca centrale americana ha mantenuto i tassi vicini allo zero in seguito alla crisi finanziaria globale. A settembre è riuscita a prendere in contropiede alcuni investitori con la decisione di non aumentare i tassi d’interesse a causa dell’indebolimento della crescita globale. Questo fece notare una nuova ondata di volatilità del mercato - soprattutto dalla Cina- e quindi aveva portato a considerazioni da parte di alcuni economisti di aver creato un “Terzo mandato”.

Sembra che i CFO asiatici, paragonati alla controparte europea, siano più propensi a credere che la FED potrebbe mostrare una simile cautela anche al meeting del 15 e 16 dicembre. Lo stesso numero di CFO asiatici (35%) vede un rialzo nella seconda metà del 2016 così come a dicembre. Il 66% dei manager finanziari europei hanno previsto che la politica sui tassi verrà modificata il prossimo mese. Gauthey ha sottolineato come gli CFO asiatici siano più prudenti perché colpiti dagli avvenimenti dell’economia cinese. Un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve potrebbe avere un grande impatto sui mercati emergenti e offrire la possibilità agli investitori americani di riportare a casa i propri dollari con la previsione di un rendimento più alto sui beni domestici.

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