Eutanasia legale: la Corte Costituzionale depenalizza il suicidio assistito

Isabella Policarpio

26/09/2019

24/11/2021 - 11:54

condividi

Da oggi anche in Italia l’eutanasia è legale: la Corte costituzionale è intervenuta sul caso di Marco Cappato, accusato del suicidio assistito di Dj Fabo. Serve ancora l’intervento del Parlamento.

Eutanasia legale: la Corte Costituzionale depenalizza il suicidio assistito

Eutanasia legale anche in Italia - così la Corte Costituzionale chiude il caso Marco Cappato, accusato da due anni per aver collaborato al suicidio assistito di Dj Fabo.

Con un comunicato stampa di poche righe, i giudici della Corte hanno sancito le condizioni in presenza delle quali l’eutanasia è consentita. In realtà la Consulta aveva intimato il Parlamento a legiferare sulla materia e risolvere il vuoto normativo, ma le istituzioni non si sono attivate entro il termine ultimo stabilito, il 24 settembre 2019.

Per Cappato e per tutti coloro che si battono per la legalizzazione del suicidio assistito si tratta si una grande vittoria. L’unico sconfitto è il Parlamento che, ancora una volta, ha dato prova di non essere in grado di affrontare la questione con la serietà che merita.

Da oggi l’eutanasia è legale: lo ha deciso la Consulta nel silenzio del Parlamento

Il 24 settembre 2019 è scaduto il termine concesso dalla Corte Costituzionale per elaborare un testo completo sull’eutanasia e il suicidio assistito. La necessità di una legge organica era emersa in seguito al caso di Marco Cappato, il quale si era autodenunciato per aver aiutato Dj a compiere il suicidio assistito in Svizzera. L’atto di denuncia aveva lo scopo simbolico di riaprire il dibattito sull’eutanasia e modificare l’articolo 580 del Codice penale, secondo cui è punito chiunque agevola in qualsiasi modo l’altrui suicidio.

Il Parlamento però ha ignorato l’ultimatum, cosa che ha costretto la Consulta ad intervenire in prima persona.

Eutanasia legale e suicidio assistito: le condizioni della Consulta

La decisione dei giudici costituzionali non è un’apertura totale all’eutanasia, ma è sicuramente un provvedimento rivoluzionario per il nostro Paese.

Chi aiuta e facilita il suicidio altrui non è punibile se si attiene alla normativa sul consenso informato del paziente, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda, ovvero gli articoli 1 e 2 della legge 219 del 2017. Inoltre, prima di compiere il fatto, la struttura del Servizio Sanitario in cui il paziente è ricoverato deve verificare le condizioni della richiesta e sentire il parere del Comitato etico territorialmente competente. A queste condizioni il suicidio assistito non potrà essere considerato reato.

Eutanasia, serve l’intervento del Parlamento

La decisione della Corte, seppur rivoluzionaria, non risolve completamente la questione del fine vita. Serve ancora l’intervento del Parlamento. Sul tavolo ci sono già dieci proposte di legge, ma in entrambe le Camere fino ad ora nessuno ha preso l’iniziativa.

Il percorso è pieno di ostacoli: le opposizioni cattoliche hanno già promesso il pugno di ferro contro una eventuale legge; tra queste l’associazione anestesisti cattolici - con più di 4000 medici iscritti - ha dichiarato che non rispetterà le indicazioni appellandosi all’obiezione di coscienza.

Argomenti

# Legge

Iscriviti a Money.it