L’Europa emergente continua a crescere, facendo nascere nuove ed interessanti opportunità di investimento.
Gli investitori sono sempre alla ricerca di mercati alternativi, dove le valutazioni non sono influenzate da gregge di piccoli investitori e le opportunità di guadagno sono considerevoli.
Una delle destinazioni più attraenti per dei nuovi flussi di investimento a livello internazionale è l’Europa dell’Est, detta anche Europa emergente.
Di seguito troviamo un utile grafico che mette a confronto i mercati azionari statunitensi con quelli dell’Europa emergente. Con i titoli scambiati a 9,2 volte gli utili (come indicato dal rapporto prezzo-utili), quest’ultimi offrono una bella occasione per gli investitori che cercano protezione dall’indebolimento del dollaro statunitense.
Andamento rapporto prezzo utili, confronto tra Stati Uniti e Europa dell’Est
Europa dell’Est è in forte crescita
Inoltre, i Paesi chiave dell’Europa centrale e orientale (CEE - Central and Eastern Europe), tra cui la Polonia, la Repubblica ceca, la Romania e l’Ungheria, sono attualmente quelli a più rapida crescita a livello mondiale.
Recentemente, il Financial Times ha sottolineato in modo sintetico:
"I paesi ex comunisti che hanno aderito all’Unione europea dal 2004 offrono una crescita superiore all’Europa occidentale e ad altri mercati emergenti, insieme ai vantaggi e alle protezioni derivanti dall’adesione all’UE".
Le aspettative di crescita economica nei Paesi dell’Europa dell’Est sono cambiate rapidamente e positivamente. Il consensus vede ora un 2,5 per cento di crescita quest’anno, +0,3 punti percentuali rispetto alle aspettative di inizio dell’anno.
L’anno prossimo potrebbe essere ancora più luminoso: gli analisti prevedono una crescita del 2,6 per cento, 0,1 punti percentuali al di sopra delle previsioni precedenti.
La domanda estera dall’Europa occidentale più forte del previsto, un mercato del lavoro in miglioramento, un ambiente attraente per gli investimenti stranieri, le misure di stimolo governative, le condizioni di finanziamento convenienti e il ritorno dei fondi strutturali dell’UE sono tutti fattori in grado di sostenere una crescita più forte nella regione.
La forza del manifatturiero preannuncia altra crescita
Gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) hanno la capacità di misurare la forza dell’industria manifatturiera di un paese. Non solo è un utile indicatore per la domanda di materie prime future, ma anche il potenziale di anticipare la crescita economica di un paese o di una regione.
Per la prima volta nella memoria recente, i PMI delle economie europee emergenti sono saliti al di sopra della soglia chiave a quota 50 livello che separa la crescita dalla contrazione.
Indici PMI manifatturierio nell’Europa emergente
La Russia è cresciuta al ritmo più lento a giugno tra i Paesi presi in esame - tuttavia, gli analisti di Capital Economics ritengono che la crescita russa nei prossimi trimestri "sarà più forte di quanto previsto", con la Banca centrale della Russia che aumenterà ulteriormente lo stimolo di politica monetaria.
Il fatto che tutti i Paesi dell’Europa abbiano un indice PMI manifatturiero sopra i 50 punti mostra che siamo di fronte ad una crescita sincronizzata, suggerendo che la peggiore delle sofferenze economiche della regione dopo la recessione globale possa finalmente essere solo un ricordo.
Polonia, nuovo motore della crescita europea?
Come riferito nella sezione “Opinioni” del New York Times, Ruchier Sharma, chief global strategist presso la Morgan Stanley Investment Management, ha individuato nella Polonia come la più probabile prossima economia avanzata nel mondo, dopo l’ingresso della Corea del Sud nel club dei Paesi ad alto reddito 20 anni fa.
Ci sono tutti i motivi per essere d’accordo. Come afferma Sharma, la Polonia ha registrato una crescita annua media del 4% dal 1991, anno in cui è passata dal comunismo alla democrazia. Durante questo periodo, non ha avuto un solo anno in discesa, un risultato abbastanza incredibile.
L’economia polacca ha continuato a crescere ad un tasso annuo di quasi il 4% nel secondo trimestre. Secondo gli analisti di mBank, la crescita dell’anno fiscale sarà leggermente superiore al 4%, guidata dal recupero degli investimenti pubblici e dal consumo in salita. La crescita delle vendite al dettaglio nel secondo trimestre si è mantenuta vicina al livello del trimestre precedente, il che significa che la crescita dei consumi dovrebbe rimanere di circa il 5 per cento, stima mBank.
L’imponente ascesa della Polonia dovrebbe contribuire a rafforzare gli altri Paesi della zona CEE, sia a livello economico che a livello politico. Il suo presidente Andrzej Duda sembra pienamente consapevole di questo scenario e ha intrapreso diversi passi importanti per migliorare non solo l’economia della Polonia, ma anche la regione. L’iniziativa "Tre Mari", guidata dallo scorso anno da Duda e dal presidente croato, mira a collegare le economie e le infrastrutture di 12 paesi dell’Europa centrale tra l’Adriatico, il Mar Baltico e il Mar Nero. Alcuni nei palazzi dell’UE vedono l’iniziativa come una minaccia per l’unità del blocco dell’UE, in parte perché il presidente Trump ha accettato di incontrarsi con i membri dell’iniziativa quando ha visitato la Polonia il mese scorso.
Azionario in rally
A contribuire alla crescita dell’area CEE in questo momento troviamo anche l’indebolimento del dollaro statunitense. L’azionario di Praga è salito ai massimi di sette settimane la settimana scorsa, mentre l’indice ungherese di Budapest (BUX) continua a segnare nuovi massimi storici.
Andamento del Budapest Stock Exchange Index (BUX) negli ultimi tre anni
In Ungheria, il governo sta valutando se abbassare le imposte sul reddito personale al 10 per cento rispetto all’attuale 15 per cento. Ciò porterebbe un forte impulso al reddito disponibile tra gli ungheresi, che già sta aumentando ad un ritmo mozzafiato. La crescita salariale di aprile è stata di un incredibile 14,6 per cento. Ancora una volta, la regione CEE sembra sempre più un buon posto dove investire.
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