Il cross EUR/GBP si sta muovendo in laterale da diversi mesi tra area 0,74 e 0,70. Nel breve periodo i Tori non dovrebbero essere in grado di superare le resistenze
Il tasso di cambio Euro/Sterlina continua a mostrare un andamento laterale di breve-medio periodo, considerando che è in corso un ampio trading range da metà marzo scorso, ovvero da quando la BCE ha annunciato l’entrata in vigore del piano di quantitative easing nell’Eurozona. Ora che, dopo il meeting di ieri, Mario Draghi ha fatto intendere di poter rafforzare il programma di acquisto titoli oltre settembre 2016 aumentando l’importo dagli attuali 60 miliardi di euro al mese, la moneta unica potrebbe soffrire a contatto con la resistenza di area 0,74, nonostante in questa fase c’è da sottolineare la debolezza cronica della sterlina.
Il cross EUR/GBP, che ora si muove appena sopra 0,73, dovrebbe quindi tornare almeno in area 0,71, anche se il target da qui a tre mesi è posto tra 0,70 e 0,68, soprattutto se dovesse esserci il riscatto della valuta di Sua Maestà. In effetti il pound ha pagato molto negli ultimi tempi sia le attese di ulteriore rinvio della stretta sui tassi di interesse al primo trimestre del 2016, che potrebbe incidere negativamente sul settore immobiliare britannico in odore di bolla, si i recenti brutti dati macroeconomici. La sterlina è arrivata a perdere 600 pip contro il dollaro in poche sedute, mostrando una marcata debolezza anche contro altre valute importanti.
Da un punto di vista tecnico l’area di resistenza di 0,74 dovrebbe ancora respingere eventuali nuovi attacchi dei Tori, favorendo un ritorno della quotazione verso 0,71 prima e 0,70. E’ chiaro che la fuoriuscita definitiva dei prezzi dal trading range dovrebbe far scattare un solido movimento direzionale. Al rialzo è lecito attendersi un boom almeno fino a 0,7750, mentre al ribasso fino a 0,65. Al momento sembra esserci maggiore possibilità di assistere a un sell-off, in caso di perdita dell’area di supporto chiave di 0,70. Nel brevissimo periodo il cross EUR/GBP dovrebbe comunque muoversi tra 0,73 e 0,71, anche in mancanza di market mover rilevanti sia per l’euro che per la sterlina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
