Gli investitori di tutto il mondo tengono gli occhi ben aperti sulle banche centrali, per l’Euro e per il Dollaro Americano.
Cosa cercano? Vogliono notizie su quando la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve interverranno massivamente sui mercati in una sorta di alleanza strategica per far ripartire la crescita economica tanto in Europa, quanto negli Stati Uniti.
La droga della BCE
La Bundesbank, capitanata da Jens Weidmann, si oppone al programma di iniezione della BCE, definendo l’acquisto di titoli di Stato da parte dell’Istituto di Francoforte come una "droga" di cui i governi diventerebbero dipendenti.
Weidmann ha detto al Der Spiegel: "Una politica di questo genere sarebbe uguale alla stampa di denaro e in una democrazia dovrebbe essere il parlamento a prendere tali decisioni, non la banca centrale".
"Non dovremmo sottovalutare il rischio di dipendenza da un programma del genere e non credo di essere l’unico a vederla così" ha poi continuato il numero uno della Bundesbank.
Dunque a questo punto la domanda è: il 6 settembre (data dell’incontro BCE) chi supporterà cosa?
Italia e Spagna sono dichiaratamente dalla parte della BCE, lo stesso Hollande sembra essere dalla parte della "periferia".
Più difficile, invece, decriptare la posizione della Cancelliera Merkel.
Dopo le dichiarazioni di Weidmann, la Merkel si è pronunciata in favore della Bundesbank: "Supporto Jens Weidmann, e credo che sia una cosa buona che lui, in qualità di capo della Bundesbank Tedesca, abbia influenza sulla BCE".
La Merkel supporta la persona di Weidmann, ma non la sua posizione e questo la pone in una condizione intermedia. La sottile linea che divide l’opinione dell’elettorato tedesco dalla posizione dei membri dell’Eurozona che chiedono alla Germania un ruolo decisivo nell’intervento sulla crisi.
Intanto alla BCE si lavora sui programmi anti-crisi e stando a quanto riportato da Reuters lo scorso venerdì, il consiglio della Banca Centrale è giunto all’accordo che il tetto allo spread sia la soluzione migliore.
Federal Reserve: QE or not QE?
Intanto, le aspettative riguardo alla Banca Centrale Statunitense sono quelle di un intervento quanto più immediato, come si legge dalle Minute della Fed.
Tuttavia, questo intervento potrebbe non essere così immediato, viste le posizioni diverse che aleggiano per la Commissione.
Insomma, gli osservatori della Fed si aspettano un intervento della Banca centrale, ma l’incertezza riguarda l’annuncio di tale intervento.
Secondo alcuni economisti, la Federal Reserve rischia di perdere credibilità, se non interverrà dopo averlo promesso.
La domanda è: cosa vuole ottenere la Federal Reserve?
Si parla della possibilità del famigerato QE3, che ridurrebbe i tassi di interesse a lungo-termine, ma la questione è che i tassi di interesse non sembrano essere il problema maggiore degli States.
Secondo altri osservatori, il miglioramento delle condizioni economiche, attestato dai recenti indicatori positivi, potrebbe aver allontanato la pressione sulla Fed a voler annunciare il terzo round di quantitative easing, tuttavia pronto dietro l’angolo.
Opinione condivisa è quella che vede come data significativa quella del 12-13 settembre, prossimo appuntamento ufficiale con la Fed.
Se ad all’ora non saranno annunciati interventi, sostengono gli analisti, allora forse bisognerà aspettare Dicembre, visto che l’incontro di ottobre della FOMC sarà a ridosso delle elezioni presidenziali e sarebbe inverosimile pensare ad un intervento della Fed in quel momento.
Traduzione e adattamento per Forexinfo.it a cura di Federica Agostini - Fonte: CNBC
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