Esame di maturità 2015: dietrofront sulle modifiche nella legge di Stabilità, ma possibili novità a breve

Valentina Brazioli

1 Novembre 2014 - 19:08

Esame di maturità 2015, centinaia di migliaia di studenti che l’anno prossimo dovranno affrontare la temuta prova che li condurrà nel mondo del lavoro (o in quello universitario) hanno guardato con interesse alle modifiche paventate all’interno della legge di Stabilità. E se per ora quelle norme sembrano destinate a non vedere la luce, spunta l’ipotesi che se ne riparli direttamente nei provvedimenti per “La Buona Scuola”, all’inizio del prossimo anno.

Esame di maturità 2015: dietrofront sulle modifiche nella legge di Stabilità, ma possibili novità a breve

Esame di maturità 2015, tutto come prima? Per il momento sì: le norme in materia di composizione delle commissioni per gli esami di stato nelle scuole secondarie di II grado, che avrebbero portato risparmi complessivi pari a circa 147 milioni di euro sembrano destinati a non vedere la luce, almeno non all’interno della Legge di Stabilità.

Dubbi sulla cancellazione dei commissari esterni

In particolar modo, a finire sotto l’occhio del ciclone sarebbe stata l’idea di cancellare i commissari esterni, che sembrava un aiuto troppo spudorato alle scuole private, le quali si sarebbero trovate sostanzialmente nella condizione di gestire i propri esami di maturità con troppi margini di discrezionalità; il mantenimento del presidente di commissione come unico ruolo esterno, infatti, non avrebbe offerto alcun tipo di garanzia: il suo compito non è quello di partecipare alla valutazione delle singole discipline, ma solo di veriricare la regolarità di tutte le operazioni.

Problemi per i tagli ai compensi dei commissari

Ma anche l’idea di cancellare l’indennità che viene versata ai commissari è apparsa fin da subito di difficile attuazione. Si tratta, infatti, di un compenso accessorio per retribuire i maggiori oneri sostenuti dagli stessi durante lo svolgimento degli esami, e la sua abolizione avrebbe probabilmente scatenato dei contenziosi legali che difficilmente lo Stato avrebbe potuto vincere. Di fronte alla possibilità di vedersi bocciare la norma addirittura dalla Corte Costituzionale (con inevitabili risarcimenti, comprensivi di interessi, a favore dei commissari coinvolti) il Governo avrebbe quindi deciso di lasciar perdere, almeno per ora,. Un dietrofront giustificato anche dalla consapevolezza che, verosimilmente, in assenza di retribuzione, durante il periodo della maturità si assisterebbe all’inevitabile fioccare di strategiche assenze per malattia, con il rischio di ingolfare l’intero procedimento.

La maturità non si tocca, quindi? Non è ancora detta l’ultima parola: all’inizio del prossimo anno, infatti, dovrebbe vedere la luce il famoso provvedimento su “La Buona Scuola”, e a quel punto si capirà la portata dell’intento riformatore del Governo Renzi in materia.

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