Equitalia all’attacco! Sì, avete letto bene: dopo 2 anni in cui accadeva il contrario, quando si leggeva Equitalia "sotto" attacco, i lavoratori dell’agenzia di riscossione non ci stanno più e aiutati dalle 7 sigle sindacali di rappresentanza (Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl Credito e Uilca) hanno alzato la voce.
Il comunicato: Basta allo sciacallaggio!
Ecco quanto riporta il comunicato:
Ancora una volta i rappresentanti dei lavoratori evidenziano con preoccupazione come l’argomento Equitalia venga usato in campagna elettorale strumentalizzando il lavoro di 8.500 dipendenti da ’politici’ che sostengono la necessità di chiusura del gruppo o accusano i lavoratori di comportamenti vessatori e violenti, oppure legano l’attività di riscossione a una serie di suicidi con un legame di nesso causale che fa inorridire per l’opera di sconcertante sciacallaggio mediatico. I lavoratori di Equitalia ricordano che quegli stessi politici, i quali oggi tanto inveiscono sulle regole della riscossione, sono anche gli autori delle leggi che regolamentano l’attività e che devono essere applicate senza margine di discrezionalità alcuno. Le procedure previste da tali leggi sono soggette a severi controlli sugli atti, sia da parte della magistratura, sia da parte della Corte dei Conti, chiamata a vigilare sul danno erariale.
Il bollettino informa inoltre che l’atteggiamento attuale dei politici "stimola la reiterazione di quegli atti violenti e i criminali che i lavoratori e le sedi del gruppo continuano a subire anche in questi giorni" e si conclude esortando quegli stessi politici a usare quel senso dello Stato "che i lavoratori del gruppo Equitalia quotidianamente osservano nello svolgimento della loro seppur impopolare ma doverosa attività".
Dalla difesa all’attacco
La responsabilità relativa alla serie di attacchi che i dipendenti di Equitalia hanno subito e continuano a subire viene dunque messa sulle spalle dei politici impegnati in campagna elettorale. Ricorderemo senza alcun dubbio quando l’agenzia di riscossione era al centro delle polemiche, in un periodo nel quale proliferavano notizie su imprenditori suicidi (notizie che oggi sembrano sparite o che, di tanto in tanto, riappaiono quasi accennate): Equitalia era stata messa "al rogo" da parte dei cittadini e dei contribuenti, che avevano accusato gli agenti del fisco di utilizzare metodi troppo brutali e aggressivi e a volte perfino assurdi e senza senso. Un clima di forte tensione, agevolato anche da una sempre più elevata pressione fiscale, sollevò un gran polverone che fu difficile da dissipare e che tutt’oggi, seppur senza la risonanza mediatica di qualche tempo fa, continua a manifestarsi.
Il richiamo ai politici
Perché stavolta alla gogna ci vanno i politici? Basta vedere le ultime dichiarazioni rilasciate dagli esponenti della politica che hanno preferito puntare sulla vessatoria tassazione che i contribuenti italiani sono costretti a subire. Da Angelino Alfano che ha detto "Basta allo strapotere di Equitalia" (per poi manifestarsi solidale con i suoi dipendenti) a Silvio Berlusconi che l’ha definita un "mostro", da Ignazio La Russa che ha parlato di "interessi da usura" a Beppe Grillo, che ne intima la chiusura.
Insomma, da una parte la politica che fa le promesse, dall’altra gli esattori sempre al centro di critiche e accuse da parte dei contribuenti. Qualcuno la definirebbe una "lotta tra titani", altri preferirebbero semplicemente voltare pagina.
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