Eolie, capodoglio imprigionato nelle reti illegali: corsa contro il tempo per salvarlo

Chiara Ridolfi

20 Luglio 2020 - 12:26

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Continua la corsa contro il tempo dei sub che, sulle isole Eolie, tentano da molte ore di liberare un capodoglio impigliato in reti da pesca illegali.

Eolie, capodoglio imprigionato nelle reti illegali: corsa contro il tempo per salvarlo

Una vera e propria corsa contro il tempo quella per la liberazione del capodoglio incastrato tra le reti da pesca illegali vicino le Eolie. Da ormai 48 ore gli operatori tentano in ogni modo di liberare l’animale dalla morsa delle reti, ma senza riuscire ad ottenere risultati. L’enorme cetaceo ha la coda completamente imbrigliata dalle reti, che si sono attorcigliate non permettendogli di muoversi liberamente, inoltre le reti hanno inferto profonde ferite alla coda, elemento che, insieme alla paura, lo ha reso ancora più irrequieto.

A far accendere i riflettori sulla questione è stato Carmelo Isgrò, biologo marino, che dalla sua pagina Facebook pubblica il video della povera balena incastrata tra le reti in preda al panico. Fino a questo momento tutti i tentativi di soccorso sono stati vani per l’irrequietezza del capodoglio, che per tale ragione è stato chiamato Furia.

Capodoglio imprigionato nelle reti: le operazioni di soccorso

Le operazioni di soccorso sono iniziate il 18 luglio mattina, quando è stato individuato l’animale a largo delle isole Eolie, impossibilitato a muoversi a causa della rete. Immediatamente si è mossa la Guardia Costiera e con essa il biologo marino Camelo Isgrò, la biologa Monica Blasi e alcuni volontari.

Avvicinarsi all’animale è stato molto complesso, dal momento che per la paura il capodoglio ha reso vano ogni tentativo di soccorso. Dopo diverse prove di avvicinamento andate a vuoto gli operatori hanno quindi deciso di monitorare la situazione, aspettando che l’animale si stanchi per intervenire.
Isgrò e alcuni volontari hanno trascorso la notte in mare, a fianco dell’animale, a cui è stato attaccato un pallone con la luce di segnalazione che ha permesso ai soccorritori di controllare il cetaceo anche nelle ore notturne.

I biologi, i sommozzatori della Capitaneria di Porto di Napoli e gli uomini della Guardia Costiera sono riusciti solo in parte a liberare la coda dell’animale che, al momento, è stato perso di vista. Il capodoglio infatti dopo la notte ha iniziato a effettuare immersioni molto profonde e durature (addirittura di 40 minuti), riemergendo in punti sempre più lontani, fin quando i soccorritori non hanno perso del tutto di vista l’animale.
In questo momento i volontari e la Guardia Costiera sono al lavoro per cercare di ritrovare il capodoglio che risulta ancora impigliato nelle reti. Gli uomini che stanno seguendo l’operazione sperano che l’animale, dopo il grande dimenarsi, possa essersi stancato e, ritrovandolo, possa essere eliminata del tutto la rete che gli impedisce di muoversi liberamente.

Purtroppo questa non è una storia isolata, dal momento che pochi giorni fa, nella stessa zona, un altro esemplare era stato trovato nelle stesse condizioni e liberato poi dal groviglio di reti illegali che lo imprigionavano.
Speriamo che anche la storia di Furia possa avere un lieto fine e che i soccorritori riescano a restituire la libertà a questo gigante del mare.

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