Eni: nel 2019 buyback da 400 milioni e dividendo da 0,86 euro per azione

Alessandro Venuti

15/03/2019

15/03/2019 - 13:04

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Il dividendo di Eni per il 2019 sale a 0,86 euro con una crescita del 3,6% rispetto al 2018. É quanto prevede il Piano strategico 2019-2022 in cui per quest’anno è previsto anche un buyback di 400 milioni di euro

Eni: nel 2019 buyback da 400 milioni e dividendo da 0,86 euro per azione

Eni, il gruppo capitanato da Claudio Descalzi ha appena presentato l’aggiornamento del Piano industriale 2019-2022, intitolato «Creare valore per gli stakeholder attraverso la transizione energetica».

La strategia finanziaria del nuovo Piano Strategico 2019-2022 di Eni prevede una proposta di dividendo in crescita del 3,6% a 0,86 euro per azione per il 2019. Lo si apprende dal materiale consegnato per la Eni Strategy Presentation di questa mattina.

La società avvierà inoltre un programma di buy-back per un ammontare di 400 milioni di euro nel 2019, mentre per gli anni di piano successivi l’ammontare sarà di 400 milioni di euro con uno scenario di Brent a 60-65 dollari o di 800 milioni di euro con un Brent sopra i 65 dollari al barile.

Il CFO Massimo Mondazzi, rispondendo agli analisti nel corso della presentazione del Piano strategico, ha inoltre precisato: «Dal 2020, con un prezzo del Brent tra i 55 e i 60 usd al barile Eni non procederà con il buyback ma destinerà la differenza rispetto alla cash neutrality all’aumento della cedola e alla riduzione del debito».

Crescita del 3,5% annuo fino al 2025

L’AD di Eni, Claudio Descalzi ha affermato: «Nell’upstream continueremo a crescere in modo organico. Grazie alla grande quantità di nuovi permessi in bacini ad alto potenziale, puntiamo a realizzare 2,5 miliardi di barili di nuove risorse perforando 140 pozzi esplorativi nei quattro anni».

«La produzione crescerà, nel periodo di Piano e oltre, del 3,5% su base annua, grazie all’avvio e al ramp-up dei nuovi progetti e ai numerosi FID che verranno approvati nel prossimo futuro, pari a circa 3 miliardi di barili di olio equivalente di riserve. Continueremo a mantenere una forte disciplina sugli investimenti e ci aspettiamo che i nostri nuovi progetti di sviluppo raggiungeranno il breakeven a un prezzo del greggio di 25 dollari al barile».

«Entro la fine del Piano, ci aspettiamo che l’utile operativo per il Middownstream salirà a 2 miliardi di euro, più del doppio rispetto ai livelli del 2018», ha continuato Descalzi.

Business della raffinazione rafforzato

Grazie all’acquisizione del 20% della raffineria di Ruwais negli Emirati Arabi Uniti, un impianto top-class a livello mondiale, la società ha rafforzato il business della raffinazione.

Questa acquisizione ha consentito la società di aumentare la capacità globale di raffinazione del 35%, e del 40% nel 2023, portando il breakeven del margine di raffinazione a 1,5 dollari al barile.

«Il GNL giocherà un ruolo cruciale nella nostra crescita futura e ci aspettiamo di raggiungere 14 milioni di tonnellate all’anno di volumi contrattualizzati entro il 2022 e 16 MTPA entro il 2025, segnando un aumento rispetto alle indicazioni del piano precedente».

Business delle rinnovabili in crescita

L’AD ha spiegato che Eni punta a «far crescere il nostro business delle rinnovabili in modo organico nel periodo del Piano».

La novità di questo piano è proprio l’impegno dell’azienda petrolifera di ridurre la propria impronta carbonica fissando l’obiettivo «ambizioso» di eliminare entro il 2030 le emissioni nette dirette delle attività upstream con riferimento alla propria quota equity di produzione.

Per quanto riguarda la decarbonizzazione, Descalzi ha spiegato che è parte preponderante delle ambizioni del gruppo. «Affrontare la doppia sfida da un lato di soddisfare i crescenti bisogni di energia, dall’altro di ridurre le emissioni in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, rappresenta una priorità strategica per il nostro CdA. Come primo passo, il nostro obiettivo è quello di eliminare le emissioni nette dell’upstream entro il 2030».

Le azioni Eni al momento si attestano a 15,76 euro a Piazza Affari, in progresso dell’1,43%.

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