Il consenso ritrovato attorno alla figura di Berlusconi e l’ascesa di un comico dal linguaggio smodato fanno sì che l’esito delle elezioni sia imprevedibile e gettano un alone di incertezza: riusciranno le elezioni a determinare il governo forte di cui ha bisogno il Paese?
L’Italia, terza economia dell’Eurozona, vive un periodo di profonda recessione; il susseguirsi dei governi ha fallito nel tentativo di far ripartire l’economia per oltre 20 anni e l’elettorato italiano è infuriato.
La disoccupazione, clamorosa tra i giovani, l’aumento delle imposte e le strette economiche, associati ai recenti casi di corruzione e frode, hanno portato maggiori consensi verso il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
L’ascesa di Grillo
Abile navigatore di Internet, Grillo è stato uno dei più attivi in campagna elettorale, girando l’Italia su un camper per lo "Tsunami tour" additando e insultando una classe politica poco credibile e ottenendo l’approvazione di grandi folle.
Secondo alcuni analisti, il suo potrebbe essere il terzo partito più grande del Paese ad uscire dal voto del 24 e 25 febbraio con circa il 20% del supporto, davanti al PDL di Berlusconi.
Lo scontro BBM: Berlusconi, Bersani, Monti
Silvio Berlusconi, 76 anni, ha passato il 2012 nell’ombra, scalzato da un clamoroso scandalo sessuale, dopo essere stato messo alla porta del potere e rimpiazzato dal tecnico Mario Monti, nel novembre 2011, quando l’Italia affrontava il serissimo problema della crisi del debito.
Monti ha imposto politiche di austerity e riportato i tassi di interesse sui titoli di Stato sotto controllo, vincendo così il plauso dei partner Europei.
Ma il miliardario magnate dei media è tornato sulla scena a dicembre, con uno straordinario blitz di apparizioni televisive, smentendo la sua età e guadagnando terreno nei sondaggi contro Pier Luigi Bersani.
Berlusconi, showman e comunicatore nato, sostenuto da un impero televisivo, ha guadagnato consensi attaccando l’odiata tassa immobiliare imposta da Monti, offrendo di restituire i soldi versati; qualcosa di impossibile secondo i suoi oppositori che definiscono la mossa un "trucco per comprare voti".
Deludenti, invece, le performance di Monti agli occhi dei partner Europei che avrebbero voluto rivederlo in carica per proseguire l’agenda di riforme. Secondo gli analisti, il supporto centrista a Monti si sta prosciugando e potrebbe essere sceso al di sotto del 12%.
Bersani, degno ma ’noioso’ ex ministro, e il suo Partito Democratico sembrano essere rimasti fermi, compiaciuti dalla maggioranza di consensi, ma incapaci di rispondere dinamicamente alla minaccia da Berlusconi e Grillo.
Centro-Sinistra candidato alla vittoria?
Gli ultimi sondaggi pubblicati prima del "blackout" legale del 9 febbraio, mostravano il centro-sinistra avanti di 5 punti e secondo gli analisti queso vantaggio continua ad esserci, sebbene con la possibilità di un leggero declino nel supporto degli elettori.
I sondaggisti ritengono che sia possibile la vittoria di un governo di centro-sinistra guidato da Bersani e sostenuto da Monti, ma l’avanzata di Grillo e Berlusconi e le scarse performance del premier uscente generano parecchio nervosismo riguardo al fatto che le elezioni possano portare alla formazione di un governo forte e impegnato nelle riforme.
Gli oppositori di Bersani credono che sarebbe impossibile un accordo sulle riforme con Monti: il leader del centro-sinistra sarebbe vessato dalla sinistra e dai sindacati, dicono. Ma i funzionari del PDL negano questa visione.
M5S al Governo: quali effetti?
Parte del successo di Grillo si deve alla rabbia per il fallimento dei legislatori a mantenere le promesse di trasformare l’economia, di cambiare una legge elettorale viziata, di portare avanti una lotta alla corruzione dilagante, e tagliare i privilegi ad una classe politica troppo coccolata.
I critici ritengono che le sue proposte politiche siano vaghe e impraticabili. Inoltre, si sa poco dei candidati del M5S, tenuti da Grillo fuori dalle luci della ribalta e sotto ferreo controllo.
Un blocco di più di 100 membri del parlamento, o un sesto della camera al Movimento 5Stelle, potrebbe essere profondamente distruttivo e ritardare ulteriormente le riforme.
Beppe Severgnini, in un editoriale sul Corriere della Sera ha scritto:
"Il movimento 5 Stelle - piaccia o non piaccia - sta fornendo un canale di sfogo alla rabbia e alla frustrazione. I partiti tradizionali non sono stati capaci di indicarne un altro."
Massimo Franco, noto analista politico italiano ha spiegato a Reuters: "Grillo è il segno più evidente di una crisi del sistema politico, un sistema di cui le persone sono esauste...questa è la fine di un sistema, non di un governo."
Ironicamente, comunque, un aumento del gradimento di Grillo potrebbe infastidire più Berlusconi che la sinistra, aumentando le possibilità di un governo Monti-Bersani più stabile.
Alleanze e strategie: i puzzle dell’ultima ora
Secondo gli analisti, con l’ascesa di Grillo a spese di Berlusconi, Bersani potrebbe vincere la maggioranza indiscussa al Senato e alla Camera, anche se con buoni margini di dubbio.
Secondo la legge elettorale in vigore in Italia, Bersani potrebbe vincere il controllo della Camera Bassa anche se solo contro Berlusconi, a causa del bonus "pesante".
Al Senato, il bonus è assoggettato alle regioni, quindi l’obiettivo del centro-destra è quello di ostacolare un governo di centro sinistra nella camera alta, che ha stesso potere legislativo alla Camera dei Deputati.
Bersani ha detto che vorrebbe allearsi con Monti anche se vincesse da solo, per dare al suo governo sostegno forte dei mercati e sottolineare il suo serio impegno per le riforme filo-europee. Tuttavia, Bersani rifiuta di abbandonare l’alleato di sinistra Nichi Vendola come prezzo di un patto post-elettorale.
Stefano Fassina, portavoce economico di Bersani, spiega a Reuters che il centro-sinistra si impegna per urgenti riforme economiche, guidate dalla razionalizzazione del settore pubblico ormai gonfio, dalla volontà di apportare cambiamenti radicali al complesso sistema giudiziario che è un disincentivo agli investimenti in Italia.
Monti non sarebbe in grado di ritirarsi da un’alleanza di governo che garantisca stabilità, riforme e un baluardo contro il pericoloso populismo, ha detto.
Elezioni 2013: con una maggioranza incerta?
Se dalle elezioni non emergesse una chiara maggioranza, scrive l’agenzia di rating Standard&Poor’s, l’Italia potrebbe perdere la spinta alle riforme, invece necessarie a far ripartire la crescita.
Lo spread tra il rendimento dei titoli rifugio tedeschi a 10 anni e l’equivalente italiano è cresciuto di 14 punti base lo scorso giovedì, segno che gli investitori abbandonano la rilassatezza rendendosi conto del rischio di un governo instabile alla guida dell’Italia.
| Traduzione a cura di Federica Agostini - Fonte: CNBC |
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