Eitan Biran, Mottarone: eredità, bisnonno e risarcimento

Andrea Pastore

17/09/2021

17/01/2023 - 12:45

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Eredità Eitan: tra bisnonno e risarcimento, perché tutti vogliono l’unico superstite del Mottarone.

Eitan Biran, Mottarone: eredità, bisnonno e risarcimento

In questi giorni il nome di Eitan Biran è ricorrente nella cronaca italiana. Il ragazzino israeliano è al centro di un intrigo internazionale che si gioca fra Italia e Israele: la storia di bimbo conteso tra due famiglie che presenta dei risvolti alquanto oscuri.

Tutto inizia una domenica di fine maggio sul Mottarone, una montagna granitica situata in Piemonte, dove Eitan e i suoi parenti stavano trascorrendo il pomeriggio.

La funivia Stresa-Mottarone su cui si trovava il piccolo Eitan in compagnia della sua famiglia è precipitata, una tragedia che in colpo solo ha distrutto una famiglia intera. Nell’impatto sono morti il padre Amit Biran, la madre Tal Peleg Biran, il fratello Tom e i bisnonni Itshak e Barbara Cohen. Solo Eitan Biran è sopravvissuto all’impatto.

Dopo l’incidente Eitan è stato ricoverato al Regina Margherita di Torino. A seguito di un percorso di riabilitazione psico-fisica, Eitan è stato affidato alla zia paterna, Aya Biran, nominata tutrice del piccolo.

Eitan Biran: il rapimento

Il 12 settembre, alle 10:30 di mattina, il nonno materno, Shmuel Peleg, era andato a prendere Eitan nella sua nuova casa per portarlo a fare un giro. Avrebbe dovuto riportarlo a casa intorno le 18:30, orario in cui invece il piccolo è atterrato ad Israele. Cosa è successo in quel lasso di tempo?

Dopo averlo prelevato dalla sua nuova casa il nonno gli avrebbe promesso di acquistare dei giocattoli per farlo calmare, lo avrebbe fatto salire in auto e portato a Lugano dove lo attendeva un jet privato diretto a Tel-Aviv.

Il passaporto del piccolo Eitan era da tempo nelle mani del nonno, che non lo ha mai restituito alla zia, la nuova tutrice del ragazzino. Shmael Peleg non sarebbe stato l’unico componente ad aver attuato il rapimento, le indagini sono dirette anche verso la ex moglie del nonno.

Il quadro si complica per via delle testimonianze dello zio paterno, che ha affermato di aver sentito da Eitan parlare di un “uomo con i baffi” che lo avrebbe interrogato in macchina di Eshter Cohen, la nonna materna di cui sopra.

Eitan e l’eredità del bisnonno

Uno dei moventi che hanno portato al rapimento di Eitan potrebbe essere il patrimonio del bisnonno Itshak. Infatti, su un’intervista rilasciata su Repubblica, il marito di Aya Biran, tale Or Niko afferma che “non sappiamo per certo se dietro al sequestro ci siano interessi economici, io presumo che loro (la famiglia Peleg, indagata come autrice del rapimento, N.d.A.) non abbiano ancora stillato l’atto per l’eredità del bisnonno, una persona molto ricca”, continua Or Niko ipotizzando che la madre di Eitan fosse “l’erede principale” del patrimonio del bisnonno.

Con Eitan secondo in linea di successione è lecito ipotizzare il movente economico nel rapimento.

Il risarcimento

Il quadro però non si chiude qui, infatti permane la questione del risarcimento che il piccolo Eitan dovrebbe percepire dall’assicurazione di Ferrovie del Mottarone Srl. L’azienda che ha in gestione l’impianto della funivia Stresa-Mottarone è di proprietà di Luigi Nerini, detentore del 100% delle quote aziendali.

Nerini, 56 anni, è indagato per la strage del Mottarone, con l’accusa di aver disattivato il sistema di emergenza dei freni tramite uno strumento, un “forchettone”, per aggirare un’anomalia. Gli altri due indagati sono il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini. Per via della tenera età di Eitan e per via dei traumi psico-fisici da lui subiti, la cifra del risarcimento si aggirerebbe intorno a qualche milione di euro.

La visita del Console italiano

Una nota positiva nella vicenda è che Eitan gode di buone condizioni di salute. Oggi, 17 settembre, il console presso l’ambasciata italiana ha incontrato Eitan davanti la presenza del nonno materno Shmuel Peleg. La visita è stata organizzata di concerto con il Ministero degli Esteri italiano e la collaborazione della autorità israeliane. Afferma l’ambasciata che “la visita era finalizzata a verificare la situazione e il contesto familiare in cui si trova attualmente il minore […] il piccolo Eitan è apparso in buone condizioni di salute”.

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