Draghi e il frutto proibito delle LTRO: come gestire una nuova immissione di liquidità?

Michele Ciccone

14 Ottobre 2013 - 11:20

Mentre la BCE ha in programma una nuova LTRO, le banche sono impegnate nella restituzione dei prestiti concessi da Francoforte nel 2011. Contemporaneamente la BCE sta mettendo mano ad una revisione dei propri bilanci. Come farà Draghi a conciliare le esigenze di stabilità e le richieste di liquidità dei mercati finanziari?

Draghi e il frutto proibito delle LTRO: come gestire una nuova immissione di liquidità?

A partire dall’inizio della crisi tutte le più grandi banche centrali hanno fatto registrare una notevole espansione dei propri bilanci. Tuttavia, mentre la Fed continua ad accumulare assets per un valore pari a 85 miliardi di dollari al mese, la BCE sta gradualmente diminuendo attivi e passivi del proprio bilancio. Tutto ciò in concomitanza dell’incontro in programma oggi a Bruxelles in cui l’Eurogruppo parlerà delle misure di backstop per il salvataggio degli istituti finanziari.

Non si può fare come la Fed

La BCE ha trovato particolarmente difficile, a livello politico, adottare le misure di acquisto di titoli su larga scala tipiche della Fed. In alternativa, quando la crisi dell’eurozona raggiunse il suo picco nel 2011, le banche europee beneficiarono di prestiti della durata di tre anni del valore di 1.1 trilioni di euro da parte dell’autorità monetaria europea. Da allora, solo le banche più "virtuose" sono state in grado di ripagare il prestito.

Nuova LTRO in arrivo

La crisi, però, ci ha insegnato che nessuna banca centrale può fuggire per sempre dalle politiche monetarie, diciamo così, non convenzionali. Una volta che i mercati hanno assaggiato il frutto proibito, tornano indietro per volerne di più. Non c’è da sorprendersi, dunque, se ora la BCE sia sotto crescente pressione per aumentare le iniezioni di liquidità con una nuova LTRO.

Spinte per una unlteriore immissione di liquidità

La pressione per una nuova immissione di liquidità proviene in parte dagli economisti, in parte dalle banche e dal mondo politico della periferia dell’Eurozona.

I primi sono preoccupati del continuo declino di attivi e passivi di bilancio della BCE che potrebbe portare alla situazione per cui la liquidità diventerà talmente scarsa da far salire nuovamente i tassi d’interesse. D’altronde, se non si possono comprare titoli (e, come sappiamo, la BCE non può farlo), la cosa migliore da fare è fornire le banche di liquidità per comprtare loro stesse i titoli, in maniera da tale da mantenere stabili verso il basso i tassi d’interesse per consentire la debole ripresa dell’Eurozona.

I secondi sono timorosi del fatto che la disponibilità di liquidità a buon mercato da parte della BCE non venga garantita in futuro, con possibili conseguenze finanziarie destabilizzanti.

Dopo tutto, le LTRO non sono state originariamente concepite come strumento di politica monetaria "ordinaria" da parte della BCE. Come è stato in parte spiegato in un altro articolo, esse sono procedure da prestatore di ultima istanza atte ad evitare il collasso del sistema bancario dell’Eurozona.

Rischi passati e presenti

Tornando al 2011, la percepita assenza di un chiaro impegno da parte della BCE di aiutare le banche più deboli stava mettendo una forte pressione sul sistema finanziario europeo. Le banche, infatti, riducevano rapidamente le loro passività verso la BCE per paura di possibili hair-cut sul valore dei titoli, di cospicue perdite in conto capitale, fughe di depositi e fallimenti.

Allo stato attuale, tali rischi possono essere in parte diminuiti, ma non sono scomparsi. Pochi pensano che il sistema bancario dell’Eurozona è abbastanza stabile per resistere alle misure non convenzionali che la BCE metterà in atto alla fine del prossimo anno. Le banche greche continuano a contare sugli aiuti della BCE per il 18% dei loro assets, le banche portoghesei per il 10% e le banche italiane per il 6%, secondo Citi.

La questione di quanta e quale liquidità verrà fornita dalla BCE, e in che termini, è di vitale importanza sopratutto in relazione all’attuale cambio di marcia da parte di Francoforte sulle decisioi di rivedere e assestare i bilanci della BCE e delle singole banche di credito.

Ma come sempre accade quando la politica monetaria è strettamente collegata a questioni riguardanti la stabilità finanziaria, l’immissione di nuova liquidità tramite LTRO non è la semplice panacea che ci si potrebbe aspettare. Lo stratagemma delle LTRO che viene incontro alle necessità di politica monetaria e stabilità finanziaria non è facile da attuare. Il rischio, tutt’altro che lieve, è che esso crei azzardo morale, distorsioni di mercato e conseguenze non previste.

Perdita di credibilità della BCE?

Ad esempio, se il principale obiettivo della politica monetaria è di iniettare nuova liquidità nel sistema, ci sarà bisogno per la BCE di trovare una soluzione per massimizzare il numero di banche destinatarie. La credibilità dell’Istituto di Francoforte verrebbe fortemente danneggiata se il tasso di partecipazione fosse basso.
Ma come può la BCE convincere le banche ad accettare se molte di esse stanno ancora ripagando i prestiti esistenti?

Il suggerimento di Morgan Stanley

Morgan Stanley ha suggerito una possibile soluzione. La BCE potrebbe offrire i nuovi prestiti ad un tasso fisso anzichè variabile, magari anche a seguito di un taglio del tasso, rendendo la moneta talmente a buon mercato che le banche si troverebbero praticamente impossibilitate a dire di no. Questo avrebbe l’ulteriore vantaggio di rafforzare gli sforzi della BCE d fornire una guida stabile e sicura ai mercati sui futuri andamenti dei tassi di interesse.

Libera traduzione da Simon Nixon per il Wall Street Journal

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