Draghi: Euro, tasso di cambio nella media. Nessuna guerra di valute, ma per la ripresa servono riforme

Federica Agostini

7 Febbraio 2013 - 17:07

Draghi: Euro, tasso di cambio nella media. Nessuna guerra di valute, ma per la ripresa servono riforme

Alla conferenza stampa mensile che segue il Consiglio Direttivo BCE, Mario Draghi nel suo consueto discorso usa un tono pacato e, nonostante le incalzanti domande dei giornalisti, parla serenamente del tasso di cambio dell’Euro, sottolineando più volte come questo sia, tanto in termini nominali quanto reali, nella "media storica".

"Alla luce delle analisi economiche e monetarie - ha detto Draghi aprendo la conferenza stampa- abbiamo deciso di mantenere i tassi di interesse della BCE invariati". Perché, spiega il presidente, l’inflazione e la stabilità dei prezzi rimangono entro i target permettendo così che la politica monetaria rimanga "accomodante" e confermando le previsioni di ripresa economica nella seconda metà dell’anno.

Analisi economica: ripresa possibile

L’analisi economica della BCE, ha spiegato Draghi, ci consente di dire che "la debolezza economica dell’area Euro continuerà a prevalere nella prima parte del 2013", ma successivamente se si porteranno avanti i processi di riforma dei bilanci "potrebbe gradualmente migliorare anche grazie alla politica accomodante [della BCE] e ai miglioramenti dei mercati finanziari" sempre più ottimisti e meno frammentati.

Ma, sottolinea con enfasi Draghi, "è essenziale che i governi continuino a ridurre gli squilibri fiscali e strutturali, procedendo con la ristrutturazione del sistema finanziario".

L’analisi economica mostra inoltre come il Pil reale dell’area Euro abbia subito una contrazione trimestrale dello 0.1% nel terzo trimestre del 2012 e i dati disponibili lasciano presagire un periodo di debolezza economica anche per l’inizio di questo 2013; in particolare ha detto Draghi:

Questa debolezza riflette l’impatto negativo del basso consumo e la fiducia degli investitori sulla spesa interna, così come la scarsa domanda estera. Tuttavia, il sentiment dei mercati finanziari è migliorato e gli indicatori più recenti confermano in prima istanza la stabilizzazione della fiducia delle imprese e dei consumatori, anche se a livelli bassi. Più in là nel 2013, dovrebbe iniziare una graduale ripresa, con il supporto della domanda interna e del passo accomodante della nostra politica monetaria. Allo stesso tempo, il miglioramento della fiducia dei mercati finanziari e la riduzione della frammentazione beneficeranno, assieme alla crescita delle esportazioni, di un generale rafforzamento della domanda globale.

Analisi monetaria: le condizioni del credito

A livello monetario, l’analisi dimostra come l’accesso al credito rimanga in zona negativa; in particolare:

"la dinamica dei prestiti rispecchia l’attuale fase del ciclo economico, con un intensificato rischio di credito e l’adeguamento in corso nei bilanci dei settori finanziari e non".

In linea con queste considerazioni, dunque, Draghi spiega come la concessione di credito confermi la tendenza negativa del 2012, tuttavia confermando l’impatto positivo delle misure adottate dall’Eurosistema in materia di finanziamenti e liquidità.

E’ per questo, spiega Draghi, che è necessario procedere con l’attivazione del meccanismo di supervisione unico (SSM), una "mossa cruciale nella re-integrazione del sistema bancario".

A proposito di banche, durante le domande dei giornalisti a Draghi è stato chiesto di commentare l’attuale situazione del Monte dei Paschi di Siena. Il Presidente della BCE preferisce non commentare personalmente la situazione, ma coglie l’occasione per spiegare l’importanza di un meccanismo di risoluzione unico, ben diverso da un sistema di salvataggio delle banche.

Un meccanismo di risoluzione, spiega Draghi, è l’unico modo per garantire una legislazione unica che regolamenti la risoluzione delle banche in maniera equa per tutta l’Eurozona.

Sulle LTRO

Per quanto riguarda la situazione della liquidità bancaria, dice Draghi:

Le controparti hanno ripagato 140.6, dei 489.3 miliardi di Euro ottenuti nelle operazioni di rifinanziamento a lungo termine (LTRO) effettuate tra il dicembre 2011 e marzo 2012. Ciò riflette un miglioramento della fiducia dei mercati finanziari.

I rimborsi delle controparti devono avvenire a seguito di una valutazione della situazione finanziaria e della capacità di erogare prestiti all’economia, ma anche di resistenza agli shock. Ma ad ogni modo:

Seguiremo da vicino le condizioni del mercato monetario e il loro impatto potenziale sul l’orientamento della politica monetaria, che rimarrà accomodante con la modalità di ripartizione della fornitura di liquidità.

Quali sono i rischi per l’Eurozona?

Spiega Draghi che la stabilità dei prezzi dovrebbe rimanere in linea con i target e le aspettative sul medio termine, anche se al rialzo ci sono i rischi legati all’aumento dei costi delle imposte indirette, mentre al ribasso i rischi potrebbero essere rappresentati dall’indebolimento dell’economia e dal recente andamento del tasso di cambio dell’Euro.

Ma non è tutto, ci sono altri rischi che potrebbero portare l’economia al ribasso come la possibilità di una domanda interna o esterna più debole, la scarsa implementazione delle riforme strutturali dell’area Euro, così come gli squilibri geo-politici che potrebbero avere impatto sugli sviluppi finanziari a livello internazionale. "Questi fattori possono potenzialmente inficiare gli sviluppi della fiducia e, conseguentemente, ritardare il recupero dell’economia" incide il presidente della BCE.

Sul tasso di cambio dell’Euro: guerra di valute?

Certamente più di un giornalista ha chiesto, o almeno ha provato a chiedere, un parere del presidente della BCE sull’attuale condizione del tasso di cambio dell’Euro. Alle domande Draghi risponde con poca enfasi e ripetutamente:

"la BCE continuerà a mantenere allentata la propria politica monetaria, pur mantenendo sotto controllo la situazione".

Al momento, ha spiegato Draghi al giornalista, il tasso di cambio dell’Euro rimane nella media storica e, per tanto, non può dirsi preoccupante.

Quando invece si parla di "guerra valutaria" il presidente della BCE ci tiene a fare un’osservazione. Alcune banche centrali, dice, hanno adottato una politica monetaria fatta di tassi di interesse particolarmente bassi e acquisto titoli che altro non sono che strumenti utilizzati per rilanciare l’economia nazionale delle banche in questione. Non si tratta, dunque, di "svalutazioni deliberatamente competitive" e tali azioni non sono pericolose per l’Euro, almeno fino a quando la stabilità dei prezzi nell’area Euro non dica il contrario.

Ma quando a Draghi viene chiesto se sia o meno d’accordo con Weidmann, Presidente della Bundesbank tedesca, quando questi si dice preoccupato per l’indipendenza della banca centrale giapponese, notoriamente sotto pressione del nuovo governo. Il presidente della BCE risponde di essere d’accordo e di condividere lo stesso parere del capo della Bundesbank, nonostante spesso tra i due ci siano stati motivi di disaccordo.

In sintesi: insistere sulle riforme

In sintesi, conclude il discorso di Draghi alla conferenza stampa di oggi, la stabilità dei prezzi rimane sotto controllo, ma è necessario che i leader politici non perdano di vista il loro compito, che è quello di portare avanti le riforme strutturali necessarie a ripristinare gli squilibri della zona Euro:

L’analisi economica indica che gli sviluppi dei prezzi dovrebbero rimanere in linea con la stabilità nel medio termine, così come conferma il controllo incrociato dei segnali dall’analisi monetaria.

Per quanto riguarda le altre aree politiche, le riforme strutturali e i miglioramenti fiscali debbono essere complementari, migliorando allo stesso tempo il sistema per la creazione di lavoro, per la crescita economica e la sostenibilità del debito.

Infine, specie per i paesi problematici dell’Eurozona, dove c’è bisogno di particolare intervento sui costi del lavoro e sul recupero della competitività, si avvia un graduale processo di miglioramento, ma conclude Draghi:

"I Governi dovrebbero costruire sui progressi raggiunti grazie al consolidamento fiscale, rinforzare la competitività dei mercati e continuare a riformare il sistema del mercato del lavoro, riducendo così la disoccupazione strutturale e contribuendo a migliorare la capacità di tutti i paesi dell’area Euro".

Fonte: ecb.int - Introductory statement to the press conference

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