Nel 2016 la FED potrebbe non alzare i tassi, in quanto l’economia americana dovrebbe crescere meno del previsto. Sul forex il dollaro si scioglie (-150 pip contro l’euro)
I segnali di rallentamento economico negli Stati Uniti, emersi di recente con la lettura del pil del quarto trimestre dello scorso anno (più basso del previsto), sono stati confermati anche oggi con la pubblicazione dei market mover relativi all’indice ISM non manifatturiero e PMI servizi, entrambi risultati sotto le attese degli analisti finanziari. A questo punto gli investitori credono che la FED possa rallentare il processo di normalizzazione del livello dei tassi di interesse, che per anni sono stati bloccati intorno allo 0% e che solo a metà dicembre scorso sono stati alzati per la prima volta dopo 10 anni nel range tra 0,25% e 0,5%. Il sentiment resta comunque negativo, tanto che le principali borse mondiali hanno accusato pesanti ribassi.
Sul forex si è assistito a una vera e propria debacle del dollaro americano, sceso sui minimi da oltre tre mesi nei confronti della moneta unica nonostante qualche giorno fa Mario Draghi, numero uno della BCE, abbia prospettato un nuovo allentamento monetario nell’area euro per sostenere l’economia e risollevare il tasso di inflazione. Il tasso di cambio Euro/Dollaro è volato fino in area 1,1150, rompendo al rialzo una lunga congestione che ormai durava da almeno un mese e mezzo. Il biglietto verde ha subito forti vendite anche nei confronti di altre valute, in particolare yen e sterlina.
Il tasso di cambio Dollaro/Yen, che solo quattro giorni fa sfiorava 121,70, è crollato a 117,05 e ora potrebbe nuovamente andare ad attaccare il supporto chiave di medio periodo posto in area 116. Per quanto riguarda, invece, l’andamento del cambio Sterlina/Dollaro, anche qui si è assistito a un vero e proprio boom che ha spinto i prezzi fino a 1,4650 (erano sui minimi da aprile 2009 a 1,4085 lo scorso 21 gennaio). Il Cable potrebbe ora salire ulteriormente, spingendosi magari fino a 1,48 o addirittura a 1,50. Alla debolezza del greenback fa da contraltare la forza dell’oro: il metallo prezioso è salito a 1.145$ l’oncia, aggiornando il massimo più alto degli ultimi tre mesi.
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