Disoccupazione giovanile: la crisi brucia 1 mln di posti di lavoro

Valentina Brazioli

16 Settembre 2013 - 09:30

Disoccupazione giovanile: la crisi brucia 1 mln di posti di lavoro

I dati Istat lanciano l’ennesimo allarme sul fronte del lavoro, e le reazioni non tardano a farsi sentire.

La fotografia di una situazione di immobilismo e di sfascio del Paese sul fronte dello sviluppo economico e delle nuove opportunità di lavoro.

E’ il duro j’accuse lanciato dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che invita il Governo ad aprire “subito un confronto vero con le parti sociali sulla base del documento congiunto di sindacati e Confindustria”.

Bonanni aggiunge:

I dati dell’Istat sono drammatici, ma serve a poco piangerci addosso. Il nostro paese ha bisogno di una vera rivoluzione e di interventi straordinari sul piano fiscale, riducendo la spesa pubblica improduttiva e riformando drasticamente la macchina amministrativa.
La Cisl è pronta a favorire con accordi sindacali ogni possibile investimento per la creazione di nuovi posti di lavoro, come abbiamo fatto in questi anni in tante occasioni.

Il monito del leader sindacale prende il via dai dati dell’Istituto di ricerca, riferiti al secondo trimestre del 2013 e riportati dall’Ansa, che segnalano una situazione particolarmente drammatica per i giovani: dal 2010 al 2013, infatti, si contano ben 1 milione di lavoratori under 35 in meno (passati da 6,3 a 5,3 milioni). Particolarmente in difficoltà risulta essere la fascia dei “giovani adulti” tra i 25 e i 34 anni, dove si registrano 750 mila posti persi. Il tasso di disoccupazione in questa fascia è salito dall’11,7% del secondo trimestre 2010 al 17,8% dello stesso periodo del 2013, mentre al Sud è salito dal 20,6% al 30%.

Altrettanto sconfortanti sono i risultati emersi da un’analisi Coldiretti/Swg, secondo la quale la maggioranza dei giovani italiani (51 per cento) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi di lavoro.

"La propensione a lasciare l’Italia - sottolinea la Coldiretti - riguarda in realtà sia i giovani disoccupati (53 per cento) che gli studenti (59 per cento) ma anche coloro che hanno già un lavoro (47 per cento) che evidentemente non li soddisfa. Questo perché il 73 per cento dei giovani ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro contro il 20 per cento che ha invece una visione positiva perché pensa in maggioranza che gli italiani hanno competenze e creatività per uscire dalla crisi”.

Statistiche che delineano un quadro a tinte fosche, ma che tuttavia non sembrano smorzare l’ottimismo di Enrico Giovannini, ministro del Lavoro, che a Coffee Break su La7 ha dichiarato:

Nel mese di agosto c’è stato un aumento sorprendente dei contratti a tempo indeterminato e a tempo determinato. Ci sono imprese che investono e crescono.

“Questo governo - ha aggiunto - dopo anni ed anni di disinteresse completo, ha riformato i centri per l’impiego, l’Italia ha 7mila operatori del settore, in Germania ce ne sono 90mila, 100mila in Inghilterra.”

Una versione che sembra non convincere i maggiori esponenti sindacali, come anche Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, che ha dichiarato:

Bisogna smettere di dire che siamo alla vigilia della ripresa se questa non si traduce nel fatto che riprende l’occupazione e si ricomincia a dare una speranza.

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