Dipendenti pubblici, bonus 80 euro per gli statali messo a rischio dai rinnovi dei contratti

Francesco Oliva

9 Ottobre 2015 - 09:16

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L’attuale trattativa sui rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici potrebbe mettere a rischio il bonus 80 euro per alcuni statali. Ecco perché.

Dipendenti pubblici, bonus 80 euro per gli statali messo a rischio dai rinnovi dei contratti

Il bonus 80 euro potrebbe essere perso da parte dei dipendenti pubblici interessati dall’attuale trattativa sul rinnovo del CCNL. Si tratta di un paradosso messo in evidenza da un interessante studio della Confsal-Unsa che simula i possibili effetti degli aumenti contrattuali sul netto in busta paga ricevuto dagli statali.

Bonus 80 euro: chi sono i dipendenti pubblici che potrebbero perderlo?

Il bonus 80 euro potrebbe essere perso da quella fascia di dipendenti pubblici che si trovano vicino alla soglia dei 24 mila euro annui.
Questo perché l’eventuale aumento contrattuale porterebbe questi lavoratori ad un livello di reddito in cui il bonus viene ridotto o addirittura annullato.

Il meccanismo base del funzionamento del bonus 80 euro, infatti, prevede:

  • concessione integrale del beneficio per i redditi fino a 24 mila euro;
  • riduzione proporzionale del bonus per i redditi compresi tra 24 e 26 mila euro secondo il meccanismo che assegna in questi casi solo una frazione degli 80 euro, che si calcola così: si sottrae alla somma di 26 mila euro il reddito effettivo e si rapporta il risultato alla somma di 2 mila euro;
  • nessun bonus oltre la soglia dei 26 mila euro.

Rinnovi contrattuali statali e rischio bonus 80 euro: un esempio numerico

Lo studio della Confsal-Unsa evidenzia quindi come i dipendenti pubblici rischino di perdere, o comunque vedersi ridotto, il bonus 80 euro per effetto dell’aumento ottenibile dal rinnovo contrattuale. Si pensi al caso del lavoratore con reddito pari ad euro 24.000 lordi a cui viene concesso un aumento contrattuale di 4 euro lordi (50 euro lordi al mese).
In questo caso, di conseguenza, il lavoratore non avrà più diritto al bonus 80 euro integrale ma ad una sua frazione e precisamente a:

26.000-24.400=1600 > 1600*100/2000= 80% > 80 euro*80%= 64 euro

Nella fattispecie, quindi, il dipendente pubblico in questione ha ottenuto un aumento contrattuale di 600 euro lordi al mese (ipotesi di partenza) ma, al contempo, ha visto una riduzione del bonus 80 euro del 20% per un totale di:

  • 16 euro mensili;
  • 192 euro annuali.

Di conseguenza, il lavoratore ha ottenuto un aumento netto pari alla differenza tra quanto ottenuto dal rinnovo del CCNL ridotto però della contestuale riduzione del bonus 80 euro.

Bonus 80 euro statali: la proposta della Confsal-Unsa

La Confsal-Unsa chiede quindi al Governo di rendere neutrali gli aumenti contrattuali ai fini dell’erogazione del bonus degli 80 euro.

Ecco il paradosso che si verrebbe a creare senza questo meccanismo neutrale secondo lo studio della Confsal-Unsa:

"Oggi prendendo 24 mila euro si ha un credito di 960 euro. Passando a 24.500 il credito fiscale diventa 720 euro con una perdita pari a 240 euro di bonus fiscale; passando a 25 mila il credito fiscale diventa 480 con una perdita di 480 euro; mentre passando a 25.500 il credito fiscale diventa 240 euro e la perdita di bonus fiscale arriva a 720 euro."

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