L’azienda della famiglia Di Maio in liquidazione: le conseguenze legali

Isabella Policarpio

5 Dicembre 2018 - 11:16

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L’azienda edile della famiglia Di Maio è stata messa in liquidazione. Dopo le accuse delle scorse settimane, adesso si procede allo scioglimento dell’attività.

L’azienda della famiglia Di Maio in liquidazione: le conseguenze legali

L’azienda di Luigi Di Maio e dei suoi fratelli è stata messa in liquidazione volontaria. L’atto di messa in liquidazione è stato firmato lo scorso 4 dicembre dal Vicepremier e dalla sorella Rosalba, soci dell’attività, mentre il fratello Giuseppe ha ricevuto la nomina di “liquidatore con tutti i poteri di legge”.

La famiglia Di Maio ha spiegato le ragioni dello scioglimento anticipato della società nell’atto che dispone la liquidazione: pare che l’Ardima S.r.l. non ricevesse delle commesse da un anno e quindi fosse più conveniente chiuderla.

Dopo la messa in liquidazione, l’azienda di famiglia inizierà l’iter che porterà allo scioglimento definitivo che che consta di 3 fasi:

  • accertamento della causa di scioglimento;
  • liquidazione dei beni patrimoniali dell’azienda;
  • estinzione e cancellazione dal Registro delle imprese.

La burrascosa vicenda dell’Ardina S.r.l., diventata nota in seguito all’accusa di sfruttamento del lavoro nero da parte del padre del Vicepremier, sta per concludersi: infatti la messa in liquidazione volontaria ha come effetto la cancellazione della società dal Registro delle imprese.

L’azienda dei Di Maio è in liquidazione

Il 4 dicembre 2018, Luigi Di Maio e la sorella Rosalba hanno firmato la messa in liquidazione dell’azienda di famiglia ereditata dal padre Antonio, finito nel mirino della critica per aver pagato degli operai in nero.

Il Ministro dello sviluppo economico ha dichiarato di aver predisposto la messa in liquidazione a causa della prolungata inattività dell’azienda (pare che non ricevesse nuove commesse da circa un anno) e perché vuole dedicarsi completamente all’attività politica, per il benessere dei cittadini.

Ad occuparsi dello scioglimento volontario dell’azienda sarà il fratello Giuseppe, indicato come liquidatore nell’atto che dispone la messa in liquidazione. Egli avrà il dovere di seguire tutte le fasi della liquidazione e garantirne il corretto svolgimento.

Anche se giustificata da ragioni di convenienza economica, la scelta della famiglia Di Maio sembra spinta piuttosto dal desiderio dare un taglio netto alle critiche mediatiche che hanno coinvolto l’Ardima S.r.l. ed Antonio Di Maio, accusato di diversi reati.

Vediamo ora come funziona la messa in liquidazione e come si articola il procedimento che porta allo scioglimento anticipato della società.

Conseguenze della messa in liquidazione

L’Ardina S.r.l. della famiglia Di Maio sta per sciogliersi attraverso la messa in liquidazione volontaria. Ma cosa significa esattamente?

La liquidazione volontaria (detta anche “ordinaria”) è disposta su volontà dei soci quando ricorre una delle circostanze previste dall’articolo 2484 del Codice civile:

  • decorso del termine stabilito nell’atto di costituzione della società;
  • conseguimento dell’oggetto sociale;
  • sopravvenuta impossibilità di conseguire l’oggetto sociale;
  • impossibilità di continuare l’attività dell’assemblea;
  • riduzione del capitale al di sotto del minimo legale;
  • impossibilità di rimborsare i soci receduti;
  • altre cause previste dall’atto costitutivo o dallo statuto;
  • per messa in liquidazione da parte del giudice (liquidazione giudiziaria).

Quando i soci decidono di sciogliere una società hanno l’obbligo di dichiarare la causa dello scioglimento in un atto scritto da depositare presso il Registro delle imprese; la procedura di liquidazione decorre dalla data del deposito.

La liquidazione volontaria prevede 3 fasi distinte:

  • l’accertamento della causa di scioglimento, ovvero il deposito dell’atto di messa in liquidazione nel Registro delle imprese per una delle cause sopra elencate;
  • il procedimento di liquidazione vero e proprio che prevede la consegna dei libri sociali e contabili, dell’ultimo bilancio e dei vari rendiconti e la vendita de beni della società per pagare i creditori;
  • l’estinzione della società, ovvero la sua cancellazione dal Registro delle imprese una volta che tutti i beni sono stati liquidati.

Durante la liquidazione, riveste un ruolo fondamentale la persone e le persone nominate liquidatori. Il compito di nominare il liquidatore spetta all’assemblea dei soci che decide anche sull’ampiezza dei suoi poteri, così come prescrive l’articolo 2489 del Codice civile:

“Salvo diversa disposizione statutaria, ovvero adottata in sede di nomina, i liquidatori hanno il potere di compiere tutti gli atti utili per la liquidazione della società.”

Quando tutte le fasi della liquidazione sono portate a conclusione, la società si estingue e viene cancellata dal Registro delle imprese. Tuttavia i creditori insoddisfatti possono ancora far valere le loro pretese nei confronti dei soci quando il mancato pagamento è dovuto da una condotta colposa.

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