Csm, Lotti si autosospende dal PD. Zingaretti: “Gesto responsabile”

Mario D’Angelo

14/06/2019

14/06/2019 - 20:35

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Dopo le accuse dai colleghi del PD, Luca Lotti si è autosospeso dal partito lanciando un’accusa al tesoriere Luigi Zanda

Csm, Lotti si autosospende dal PD. Zingaretti: “Gesto responsabile”

Luca Lotti si è autosospeso dal PD. L’ex sottosegretario dei governi Renzi, Letta e Gentiloni, già membro del Giglio magico fiorentino, ha manifestato la sua decisione con una lunga lettera al segretario dem Nicola Zingaretti pubblicata su Facebook. Lotti, oggi semplice deputato PD e imputato nel processo Consip, è coinvolto in un’inchiesta che ha scosso il sistema giudiziario sin dalle sue fondamenta, che ha gettato un’ombra sul sistema delle nomine che fanno capo al Consiglio superiore della magistratura, presieduto da Sergio Mattarella.

Lotti si autosospende dal PD

È una lettera piena di rabbia e amarezza quella pubblicata da Lotti, che accusa chi lo accusa. In particolare il deputato se la prende con il collega di partito Luigi Zanda, senatore PD, senza nominarlo direttamente. Stamattina Zanda ha attaccato Lotti dalle pagine del Corriere della sera, invitandolo senza troppe cerimonie a fare un passo indietro. Lotti lamenta che l’accusa arrivi da “un senatore di lungo corso già coinvolto - a cominciare da una celebre seduta spiritica - in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese”. Il riferimento è alla segnalazione, nell’aprile 1978, secondo cui Aldo Moro fosse detenuto dalle Br a Gradoli.

Apprendo dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del PD”, scrive Lotti su Facebook. E prosegue: “Sono nato e cresciuto come uomo di squadra [...] per questo l’interesse della mia comunità, il PD, viene prima della mia legittima amarezza”.

Csm, Zanda e Calenda contro Lotti

Lotti è accusato di avere influenzato la decisione di alcuni membri del Consiglio superiore della magistratura sulla nomina del Procuratore di Roma. Un virus trojan sul telefono dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara era stato attivato dagli inquirenti durante una riunione fra gli stessi Lotti e Palamara e altri membri del Csm.

Il PD ha mantenuto per giorni una politica di “non reazione”, una strategia infine rotta prima da Zanda, uomo vicinissimo a Zingaretti, e poi con parole ancora più dure da Carlo Calenda. Il neoeletto eurodeputato ha definito la situazione “inaccettabile”.

Il segretario PD Zingaretti ha risposto poco dopo con una nota, ringraziando Lotti per “un gesto non scontato” e “responsabile”. “Penso che questa scelta gli consentirà di tutelare al meglio la sua posizione in questa vicenda che, come ha detto lo stesso Lotti, deve essere ancora chiarita”.

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