Crollo pensioni scuola per effetto della riforma Fornero: i precari sperano nella Consulta

Valentina Brazioli

19 Novembre 2013 - 13:30

Pensioni scuola: a causa della riforma Fornero invece di 80 mila saranno solo 25 mila nel 2014. E intanto tra i dipendenti scolastici cresce l’esercito dei precari. Ma oggi a decidere potrebbe essere la Corte Costituzionale.

Crollo pensioni scuola per effetto della riforma Fornero: i precari sperano nella Consulta

Pensioni dipendenti della scuola italiana e riforma Fornero: un binomio tutto a svantaggio dei precari, che attendono ormai da anni di essere stabilizzati. Grazie ai nuovi requisiti, anagrafici e contributivi, previsti proprio dall’articolo 24 del decreto legge 201/2011 per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia o anticipato, saranno infatti solo 25 mila i dipendenti scolastici (per l’80% docenti) a poter andare in pensione nel 2014.

Gli effetti della riforma Fornero sui dipendenti scolastici

Un numero che, se decontestualizzato, potrebbe anche apparire congruo: tuttavia, grazie a una proiezione del quotidiano economico Italia Oggi, è emerso che, senza la tanto contestata riforma Fornero, parleremmo invece di una cifra ben più ampia, che si aggirerebbe tra le 70 mila e le 80 mila unità. Sono questi i dati, infatti, ottenuti grazie al calcolo basato sul personale in servizio con contratto a tempo indeterminato in riferimento alle classi di età. Siamo quindi davanti alla conferma definitiva che, stabilendo per l’accesso alla pensione l’età anagrafica minima di 66 anni, e quella contributiva di 41 anni per le donne (e 42 per gli uomini), c’è stato a tutti gli effetti un drastico ridimensionamento del numero di addetti scolastici che potrà effettivamente andare in pensione nel 2014.

Penalizzati i docenti, ma non solo

Quella che si determina, a conti fatti, è quindi una forte posticipazione dell’accesso al trattamento pensionistico, che riguarderà decine di migliaia di dipendenti della scuola italiana, con riferimento soprattutto ai docenti, ma non solo: se infatti l’80% dei futuri pensionati scolastici è formato da insegnanti, il 18% è invece costituito da personale Ata (personale amministrativo, tecnico e ausiliari), e il restante 2% da dirigenti scolastici.

Il problema dei precari nella scuola italiana

Un ritardo che, inevitabilmente, andrà a impattare sulla già difficile situazione che vive l’esercito dei precari attualmente in servizio nella scuola italiana: grazie proprio alla riforma Fornero, infatti, chi da anni spera di riuscire a stabilizzare la propria assunzione, vedrà invece ridursi al lumicino le possibilità di essere immesso in ruolo in tempi ragionevoli. E non parliamo certo di numeri insignificanti: secondo l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) ci sono ben 122 mila insegnanti e 15 mila addetti Ata precari nel nostro Paese, una cifra che non solo non accenna a diminuire ma è in costante aumento: solo nell’ultimo anno è infatti aumentata del 10%.

L’attesa per la sentenza della Corte costituzionale

Quali speranze, quindi, per chi vorrebbe andare in pensione, e chi invece spera di poter essere assunto stabilmente? Sull’argomento possiamo segnalare fin da ora alcune proposte di legge di modifica già all’esame del Parlamento. Gli occhi, però, in questi giorni sono tutti puntati non solo sulla legge di Stabilità per il 2014, ma soprattutto sulla Corte Costituzionale, che proprio oggi dovrebbe esprimersi sulla legittimità costituzionale dell’articolo 24 della riforma Fornero.

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