Quando si parla di Europa e di maggiore integrazione europea non si usa quasi mai la parola "federalismo", ma perché no, se in realtà è proprio quello che si intende? Questa forma di alleanza politica sarebbe davvero così problematica e spaventosa?
L’agosto caldo dell’Europa
Il mese di agosto, nonostante il caldo e le ferie, è stato più o meno come al solito: la Grecia chiede più tempo per ripagare i suoi debiti e il mercato delle obbligazioni è in modalità attacco.
Ma rispetto all’anno scorso, ad esempio, il mese di agosto ha una novità. Comincia a teorizzarsi la possibilità di una soluzione a lungo termine alla crisi finanziaria in atto: un’Europa più integrata.
Più Europa non significa Europa Federale?
L’idea di "più Europa", sebbene in forma embrionale, è emersa in diversi discorsi della Merkel, da qualche mese a questa parte: "Abbiamo bisogno di sviluppi strutturali nell’Unione Europea -che non significa meno Europa, ma più Europa" ha detto la Cancelliera durante una conferenza di partito.
Joerg Asmussen, la voce della Germania alla Banca Centrale Europea, si è spinto oltre sostenendo la necessità di "condivisione del potere nazionale" nelle zone critiche riguardo ai bilanci, e anche riguardo alla necessità di un parlamento centrale che abbia potere e influenza in questi ambiti.
Tra le righe, quello che la Merkel e Asmussen intendevano (ma, per qualche ragione hanno smesso di dire) è che l’unico modo per salvare l’euro è creare un federalismo europeo.
Il federalismo era già scritto nella storia dell’Euro
La Lady di Ferro Margaret Thatcher, durante il suo ultimo mandato nel 1990 aveva già compreso la necessità di una forma di federalismo per far funzionare la moneta unica. Aveva detto in parlamento: "L’unione monetaria ed economica è il canale informale verso l’Europa Federale e noi la respingiamo completamente e fermamente".
Ma comunque la si pensi, l’Europa Federale spaventa -tanto in Europa, quanto altrove. Tuttavia, la Germania è una Repubblica Federale e il federalismo si può dire che abbia una storia gloriosa, soprattutto nel mondo anglo-sassone.
Fortunati modelli storici
Nel 1690, John Locke per primo utilizzò il termine per descrivere come governi diversi possano entrare in un’alleanza reciproca. Così il grande filosofo descrisse il potere "federativo" sebbene, aggiunse, non è realmente importante il nome che si scelga di dare a tale processo.
Una decade e mezzo dopo, dalla teoria si passò alla pratica. L’unione politica tra l’Inghilterra e la Scozia fu negoziata per costituire un baluardo Protestante contro la Francia Cattolica.
Nel 1706, Scozia e Inghilterra raggiunsero un accordo e unificarono l’isola in un unico stato in cui i rispettivi parlamenti firmavano gli Acts of Union.
La lettera della Queen Anne
Certamente, non tutti erano d’accordo alla cessione di potere, così la Queen Anne, sovrano di entrambi i Paesi, scrisse una lettera al parlamento scozzese:
"Un’unione completa e perfetta sarà la base di una pace duratura: metterà al sicuro la vostra religione, la vostra libertà e le vostre proprietà. Rimuovete le ostilità tra di voi e le gelosie e le differenze tra i vostri due regni. Questo (federalismo) vi darà più forza, più ricchezze e più commerci. Con questa unione, tutta l’isola sarà rappacificata e libera dalle preoccupazioni sulle divergenze di interessi e, solo così, sarà in grado di resistere a tutti i nemici".
Nel 1707 gli Atti vennero ratificati dando l’avvio al federalismo in cui le persone cedevano alcuni poteri per prendere controllo su altri.
Senza questi atti, non ci sarebbe stato alcun ritorno della dinastia Stuart al trono Inglese. Gli scozzesi diedero indietro qualcosa, per ricevere in cambio la possibilità di commerciare col Nuovo Mondo, ma mantennero il loro sistema scolastico, poiché decisamente migliore di quello Inglese.
Ottanta anni dopo l’Act of Unione, 13 colonie Britanniche, le prime del Nord America ragionavano su come far funzionare quell’unione perfetta di cui la Queen Anne aveva parlato.
Pauline Maier, insegnante di Storia presso il Massachusetts Institute of Technology sostiene che "gli Stati Uniti, qualsiasi cosa fossero, erano in bancarotta e questo era il grande problema di George Washington poiché, come lui stesso disse, gli Stati Uniti non erano una nazione rispettata e rispettabile, perché le nazioni rispettabili sono in grado di pagare i loro debiti".
Il problema delle 13 appena indipendenti, non è poi così diverso da quello dei 17 paesi dell’Eurozona.
Perché il federalismo non è un dogma
Sebbene spaventi, il federalismo è una forma di governo in cui si cede qualcosa per ottenere maggiori sicurezze riguardo al futuro.
Il federalismo è la flessibilità politica a dispetto della fallibilità umana.
Dunque, sapremo che i leader dell’Eurozona stanno muovendo passi concreti in risoluzione della crisi quando cominceranno ad usare apertamente questa parola che inizia con la F, quando porteranno avanti la causa della necessità di più Europa Federale, in modo che i cittadini europei possano comprenderla.
| The F-Word: A History of Federalism è un programma di Michael Goldfarb alla radio della BBC in onda oggi e riportato sul sito della BBC |
Traduzione e adattamento per Forexinfo.it a cura di Federica Agostini - Fonte: BBC news
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