Crisi senza fine: per l’edilizia il 2014 sarà l’anno della verità

Daniele Sforza

19 Giugno 2013 - 14:44

Crisi senza fine: per l’edilizia il 2014 sarà l’anno della verità

Il settore edile è uno tra i più colpiti dalla crisi. Dal 2008 a oggi l’edilizia ha registrato solo cali e perdite, per un totale di 446mila posti di lavoro in meno e 11.177 imprese fallite. Sono i dati riportati dall’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, che chiede al governo misure immediate per rilanciare un settore in declino.

Settore edile: i numeri del collasso

Il 2012 è stato un anno nero per l’edilizia e il 2013 non sarà da meno, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti, in calo dal 2008, per cui si prevede un’ulteriore riduzione nel 2013.

Nel periodo 2007-2012, in Italia la riduzione dei finanziamenti alle imprese è stata del 45,6% per gli investimenti nel comparto abitativo e del 62,4% nel non residenziale.

Ma i dati negativi non si fermano qui, visto che dal 2008 a oggi il 23% dei fallimenti registrati in tutti i settori economici riguardano proprio il settore edile.

Anche la filiera se la passa male, con un calo vistoso nel 2012 per quanto riguarda le consegne di cemento (-22,6%) e legno (-19%).

Gli interventi del governo relativi agli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni edilizie e lo sblocco dei pagamenti della PA alle imprese non hanno avuto l’effetto sperato. E i dati diffusi dall’Ance rappresentano un vero e proprio bollettino di guerra con poche prospettive.

Non sono solo gli operai a restare a casa, ma tutte le figure professionali legate al cantiere: in un anno i liberi professionisti (come architetti, ingegneri, etc.) sono diminuiti del 23%).

Il 2014 è l’anno della verità

Il richiamo al governo è esplicito: il settore edile non ce la fa più. L’anno della svolta, in positivo o in negativo, è il 2014. L’Ance ipotizza due scenari che potrebbero verificarsi, a seconda del sostegno o meno del governo.

L’uno riguarda un incremento delle politiche di sviluppo nel settore degli investimenti e del settore edile, tra cui la revisione dell’Imu, la stabilizzazione degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per gli ecobonus, la rimessa in moto del circuito del credito, allora si prevederà nel 2014 un aumento degli investimenti dell’1,6%, che porterebbe di conseguenza alla creazione di 44.500 posti di lavoro e a un aumento del PIL dello 0,33%.

Se invece non vi saranno adeguate politiche per il rilancio del settore, si registrerà un calo complessivo degli investimenti per 59,3 miliardi di euro, e di conseguenza una riduzione del PIL e una ulteriore diminuzione dei posti di lavoro.
In breve, il declino continuerà anche nel 2014 e potrebbe essere peggiore dei 2 anni precedenti.

Il governo è avvisato.

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