Crisi: la zona Euro è ad un vicolo cieco. Il problema maggiore? Potrebbe essere la Germania

Federica Agostini

14/06/2013

Crisi: la zona Euro è ad un vicolo cieco. Il problema maggiore? Potrebbe essere la Germania

Le turbolenze che di recente hanno colpito i mercati finanziari globali dimostrano tutte una cosa: i problemi dell’Eurozona non sono affatto risolti. Al contrario, analizzando la situazione emerge come la crisi dell’Euro sia ormai ad un vicolo cieco e il rischio è che si riaccenda la fiamma della crisi del debito.

Fine degli stimoli dalle banche centrali? Gli effetti sulla zona Euro

Ora che i mercati si preparano per la possibile conclusione dei cicli di stimolo da parte delle banche centrali, le obbligazioni di tutto il mondo hanno incassato il colpo. E proprio i titoli dei paesi più deboli della zona Euro hanno mostrato i cali più evidenti.

Ciò suggerisce che i titoli di Stato in Spagna, Italia, Portogallo e Grecia potrebbero essere suscettibili a forti oscillazioni in futuro, quando l’inondazione di denaro riversato sui mercati comincerà a scarseggiare lasciando le piaghe economiche più esposte ai rischi.

Grazie alla promessa della Banca Centrale Europea di sostenere i mercati e per merito dell’oceano di liquidità immesso sui mercati dalle banche centrali, le obbligazioni di questi stati hanno subito rally straordinari, ma nelle ultime settimane il corso sembra essere cambiato.

I prezzi dei titoli di Stato della periferia dell’Euro sono in calo, di conseguenza i rendimenti sono in aumento: al 10.3% sui titoli della Grecia e al 6.47% quelli del Portogallo. Il rendimento sui Bonos spagnoli è salito al 4.61%, rispetto al 4% dei primi di maggio. Anche quello sui titoli Italiani è salito al 4.35%. Di conseguenza, in quest’ultimo periodo è tornato ad aumentare lo spread, ovvero il differenziale rispetto al rendimento dei titoli di riferimento tedeschi.

La crescita dei rendimenti riflette le stesse forze di mare che li ha spinti al ribasso, spiegano gli analisti JP Morgan: il denaro facile ha attratto gli investitori a quei titoli; la sua possibile fine li spinge via.

"Il rally [dei titoli periferici] è stato più tecnico che fondamentale. Non possiamo farci niente, ma non è possibile immaginare che l’Europa riesca facilmente ad uscire dalla crisi." Carl Norrey, JP Morgan

Zona Euro: la situazione economica è migliorata?

Dietro a questo innalzamento c’è anche il quadro macroeconomico della zona Euro ormai deteriorato e che non ha mostrato segni di miglioramento durante il periodo di calo dei rendimenti. La situazione dei fondamentali in Europa è ancora fortemente preoccupante.

Il punto è che il rally delle obbligazioni nei paesi periferici dell’Euro è stato impressionante, nonostante la diapositiva mostrata dai dati macro. La scorsa estate, Spagna e Italia sembravano destinate a sprofondare: la scarsità di domanda aveva portato i rendimenti alle stelle, tanto che i paesi sembravano sul punto di fare richiesta per un aiuto internazionale.

Oggi la zona Euro non è più nella stessa situazione, questo perché la BCE ha promesso di intervenire sui mercati in situazioni di emergenza. Ma la politica dell’Eurozona è ancora sul fino spinato, in attesa delle elezioni tedesche del prossimo autunno.

Rischio: nuova fiamma per la crisi del debito

Anche se la situazione è migliore rispetto ad un anno fa e i titoli di Stato dei paesi periferici dell’Euro rientrano ancora nei portafogli diversificati degli investitori, la pressione economica sottolinea nuove preoccupazioni riguardo all’indebitamento dei paesi. Mentre il prodotto interno lordo è in rapida caduta, il debito cresce velocemente, troppo rispetto all’economia. È il debito il principale dei rischi per i paesi più deboli dell’Eurozona, e per i loro investitori.

Italia, Portogallo e Grecia presentano tutti un rapporto particolarmente elevato tra debito e Pil; secondo le stime della Commissione Europea entro il prossimo anno il rapporto arriverà a 132% per l’Italia e al 97% per la Spagna, rispetto al 127% e all’84% del 2012.

Quando l’economia è in contrazione, arrestare l’aumento del debito è particolarmente difficile e, proprio per questo, le autorità europee hanno iniziato a rallentare il ritmo dell’austerity, sperando di sostenere maggiore crescita economica.

Il problema maggiore? Potrebbe essere l’approccio tedesco

Ma c’è un problema ancor più grande ad incombere sul futuro dell’Eurozona: per ripristinare la redditività economica, questi paesi hanno bisogno di migliorare la competitività delle loro industrie portando al ribasso i salari e gli altri costi rispetto alla Germania.

Tuttavia, pare che la Germania si sia stabilizzata in un modello di bassa crescita e bassa inflazione. Ciò implica che Spagna e Italia e altri paesi problematici avranno maggiore bisogno di una svalutazione interna che, a sua volta, rende più complicato il pagamento del debito.

Prima o poi, secondo Simon Tilford, capo economista presso il Center for European Reform, la Germania "dovrà dare qualcosa" all’Europa.

Molti economisti ritengono che la soluzione da adottare dovrà comportare una maggiore domanda e inflazione in Germania, la ristrutturazione su larga scala del debito nei paesi del sud Europa, oppure la condivisione dei livelli di indebitamento in Europa.

Ma i paesi creditori della zona Euro respingono ognuna di queste possibilità, non lasciando intravedere alcun chiaro percorso per uscire dalla crisi.

Dal Wall Street Jorunal: Euro-Zone Risks Return to Fore

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