Crisi dell’acqua e bolla alimentare in arrivo? L’analisi di Lester Brown

Daniele Sforza

15 Luglio 2013 - 14:19

Crisi dell’acqua e bolla alimentare in arrivo? L’analisi di Lester Brown

Crisi dell’acqua in arrivo: l’allarme è lanciato da uno dei più importanti ambientalisti del mondo, Lester Brown, fondatore dell’Earth Policy Institute e del Worldwatch Institute, tramite un articolo pubblicato sul Guardian, dal titolo emblematico: "La vera minaccia al nostro futuro è il picco dell’acqua".

La teoria di Lester Brown

Cosa afferma Lester Brown, in breve? Che la vera minaccia a cui dobbiamo guardare non è all’esaurimento del petrolio, in quanto esistono valide alternative, bensì a quello dell’acqua, che chiaramente non è possibile sostituire. "Siamo in grado di produrre cibo senza petrolio, ma non senz’acqua", chiosa Brown. Perché la crisi dell’acqua potrebbe essere scatenata dal comparto alimentare. Basta considerare alcuni dati: 4 litri e mezzo d’acqua bevuti al giorno pro capite, ma per la produzione di cibo si necessita di ben 2.250 litri al giorno, ovvero 500 volte tanto. Pertanto, il problema è riuscire a conservare la quantità di acqua sufficiente per produrre cibo.

Produzione e domanda di grano

La crisi dell’acqua è direttamente proporzionale alla crescita dei consumi di grano. Brown, infatti, dichiara:

Il grano consumato direttamente fornisce quasi il 50% delle nostre calorie. Quello consumato indirettamente sotto forma di carne, latte e uova fornisce gran parte del resto. Oggi, circa il 40% del raccolto mondiale di grano proviene da terreni irrigati. Dunque, non sorprende che l’espansione dell’irrigazione, nel corso degli ultimi sei decenni, abbia svolto un ruolo centrale nel triplicare il raccolto mondiale di grano.

Il nuovo sistema di irrigazione scopre le sue falle

La crescente domanda di grano ha inoltre sterilizzato il metodo di irrigazione vigente fino alla metà del ventesimo secolo, anche a causa della scarsa disponibilità di siti dove poter costruire dei bacini necessari al fluire dell’acqua e alla costruzione delle dighe. Perciò gli agricoltori hanno sviluppato un nuovo metodo, consistente nella perforazione dei pozzi finalizzata allo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee. Di queste ne esistono due tipi: quelle ricaricabili (attraverso le precipitazioni) e quelle fossili (non ricaricabili). Lo sviluppo di questo modo ha conseguentemente ampliato la domanda di grano, fino ad arrivare al punto in cui l’estrazione dell’acqua sotterranea ha superato il livello di ricarica: alla luce di questi elementi viene logico pensare come, all’esaurimento delle falde acquifere sotterranee, corrisponderà nel breve termine una bolla alimentare.

Assetto geopolitico a rischio?

Secondo Brown, sono 18 i Paesi in cui il livello di estrazione ha superato quello della ricaricabilità: tra questi 3 (Cina, India e Stati Uniti) sono i principali produttori di cereali. Questi Paesi, tra cui si annoverano anche il Pakistan, il Messico, l’Iran e l’Arabia Saudita, hanno non solo superato il picco dell’acqua, ma anche quello relativo alla produzione di grano. Proprio in Arabia Saudita, così come in Iraq, in Siria e nello Yemen, l’utilizzo dell’acqua è cominciato a scendere, con conseguenze dirette sulle previsioni (al ribasso) di produzione alimentare nei prossimi anni.

In un pianeta dove è l’acqua, e non la terra, a rappresentare il vincolo principale sulla crescita delle forniture alimentari, vien da sé che il problema è abbastanza grave. La crisi dell’acqua e la conseguente bolla alimentare in arrivo potrebbe sconvolgere l’assetto geopolitico planetario e le condizioni di vita dei suoi abitanti.
Tuttavia, un dato è già certo: la produzione alimentare mondiale sta calando.

Brown chiosa con una domanda:

E’ concepibile che le influenze negative sulla futura produzione alimentare possano un giorno bilanciare quelle positive, portando a una cessazione della produzione del grano?

Ai posteri l’ardua sentenza.

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