Bitcoin, il progetto di ExxonMobil per il mining con gas naturale

Gabriele Stentella

28 Marzo 2022 - 16:38

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La compagnia petrolifera ExxonMobil sta utilizzando il gas naturale per minare Bitcoin in North Dakota. Il progetto pilota permetterà di tagliare le emissioni di CO2.

Bitcoin, il progetto di ExxonMobil per il mining con gas naturale

La compagnia petrolifera ExxonMobil sta portando avanti un innovativo progetto pilota: minare Bitcoin con il gas naturale. Questo è quanto riferiscono i media statunitensi, tra cui la celebre Bloomberg, che hanno sottolineato che la Big Oil non si starebbe dedicando al crypto mining con il fine di accumulare valuta digitale, quanto per ridurre drasticamente le emissioni di CO2 legate all’estrazione del greggio.

L’idea di servirsi del gas per creare criptovaluta non è nuova: lo scorso ottobre, le autorità russe avevano consigliato alle compagnie petrolifere operanti sul territorio nazionale di usare il gas in eccesso per l’alimentazione delle mining farm di Bitcoin, sebbene al giorno d’oggi una simile proposta non sembra aver avuto attuazione.

In Nord America il tema della sostenibilità del crypto mining è sempre più sotto la lente dell’opinione pubblica, e i grandi player del settore stanno sperimentando nuovi metodi per rendere i processi estrattivi sostenibili e green.

ExxonMobil punta sul mining di Bitcoin con il gas naturale

Secondo fonti statunitensi, ExxonMobil avrebbe avviato il suo progetto pilota nello stato federale del North Dakota verso fine gennaio 2021, in collaborazione con l’azienda energetica Crusoe Energy Systems, che studia soluzioni per ridurre la combustione del gas naturale in eccesso presente in corrispondenza dei giacimenti petroliferi; tale pratica prende il nome di “flaring” ed è responsabile dell’emissione di CO2 e altre sostanze inquinanti molto pericolose, come i temuti idrocarburi aromatici, correlati all’insorgenza di tumori maligni delle vie aeree. Nella maggior parte dei casi la combustione del gas si vede necessaria a causa della mancanza di un gasdotto nelle immediate vicinanze dell’impianto estrattivo, dato che il gas non può essere trasportato come il greggio.

Per evitare di bruciare il gas in eccesso, il colosso petrolifero ha deciso di usarlo per mettere in funzione i generatori di energia elettrica posizionati in dei container adiacenti l’impianto, e l’elettricità prodotta servirà per alimentare le apparecchiature per il mining di Bitcoin.

Stando a un’analisi presentata da Crusoe Energy Systems, il trasferimento del gas naturale ai generatori per il mining di Bitcoin consentirebbe di ridurre del 63% le emissioni di anidride carbonica.

“In momenti non lontani della storia, nel bacino si bruciava fino a un quinto del gas che veniva prodotto (...) Più di 10 milioni di metri cubi di gas al giorno che verrebbero bruciati non vengono sprecati perché abbiamo implementato i nostri sistemi.”

Sono le parole di Cully Cavness, attuale presidente di Crusoe Energy Systems. Il manager ha anche affermato che fino al 99,9% del metano contenuto nel gas naturale viene impiegato per alimentare i generatori, e che le perdite non superano lo 0,01%.

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