Covid, un italiano su tre è immune al virus: i dati

Martino Grassi

27 Aprile 2021 - 14:01

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Secondo il fisico Roberto Battiston dell’Università di Trento al momento un italiano su tre è immune al coronavirus.

Covid, un italiano su tre è immune al virus: i dati

Circa un italiano su tre è ormai immune al coronavirus. Dopo settimane in cui i bollettini continuavano a registrare cifre da capogiro adesso arriva una buona notizia sui dati del Covid nel nostro Paese, che iniziano a designare uno scenario migliore e la possibile luce in fondo al tunnel.

L’annuncio arriva da Roberto Battiston, fisico dell’Università di Trento, impegnato da diverso tempo nello studio dell’andamento della pandemia nel nostro Paese e riportato da Repubblica.

Covid, un italiano su tre è immune

“L’indice nazionale di contagio Rt è ampiamente sotto 1 e sta continuando a scendere, nonostante da più di due settimane siano state sostanzialmente riaperte le scuole, dai nidi alla prima media in presenza il resto al 50% in Dad. È un segnale importantissimo. È quanto ha affermato Roberto Battiston.

Il miglioramento della situazione sembra essere dovuto al fatto che ormai circa un italiano su tre è immune è immune al coronavirus. Il fisico ha infatti aggiunto che al momento “è stata superata la soglia simbolica del 20% degli italiani cui sono state somministrate una o due dosi. E sappiamo che anche la prima inoculazione dà una buona protezione dal contagio”.

A queste persone vanno poi aggiunti i guariti. “Si può stimare, cautelativamente, che il 10% degli italiani abbia contratto il Covid e ne sia uscito durante la seconda ondata. Sommati al 20% di vaccinati (anche con una sola dose) arriviamo al 30% della popolazione che è ormai protetta dal contagio. E questo fa scendere, proporzionalmente, Rt”.

Serve ancora prudenza

Le incoraggianti dichiarazioni del fisico tuttavia non devono far pensare ad un libera tutti, infatti, ancora oggi, “sono ancora troppi gli infetti attivi, da lì arrivano le cause di morte. No alle riaperture libere, il coronavirus riprenderebbe a correre”.

A destare preoccupazioni anche le riaperture in zona gialla, introdotta nuovamente dal 26 aprile, contro cui si sono scagliate diversi esperti, primo fra tutti Fabrizio Pregliasco che non molto tempo fa aveva reso noti i suoi timori temendo un libera tutti e riportando l’emblematico caso della Sardegna: “Dobbiamo fare in modo che queste aperture siano in qualche modo accompagnate da una grande attenzione. Perché appena c’è la zona gialla o peggio la zona bianca aumenta il rischio e il caso della Sardegna mi sembra esemplificativo in questo senso”.

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