Covid, rischio patologie cardiache anche dopo la guarigione: la probabilità è elevata

Luna Luciano

11 Febbraio 2022 - 21:27

condividi

Le persone che hanno contratto il Covid hanno un’elevata percentuale di probabilità di contrarre una patologia cardiaca a causa del virus. Ecco cosa dice uno studio americano

Covid, rischio patologie cardiache anche dopo la guarigione: la probabilità è elevata

Aritmie, ictus e infarti. Sono questi alcuni degli effetti a lungo termine causati dal Covid. Dopo il test negativo che sancisce la guarigione dal virus e la fine dell’isolamento, il corpo umano può in realtà essere provato dall’infezione e può andare incontro a patologie cardiache, ma non solo.

Secondo infatti uno studio pubblicato su Nature Medicine, coloro che hanno contratto il Covid-19, pur essendo guariti, hanno un rischio maggiore di sviluppare complicanze cardiovascolari entro il primo mese e fino a un anno dopo l’infezione. Sono questi i dati emersi dallo studio effettuato dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis e del Veterans Affairs St. Louis Health Care System.

Gli ex-pazienti Covid rischiano quindi di andare incontro ad aritmie cardiache, coaguli di sangue, ictus, malattie coronariche, infarti, insufficienze cardiache o persino la morte. I problemi possono insorgere anche nei soggetti più giovani e che in precedenza non avevano alcun problema del genere. Ecco quali sono gli effetti del Covid e cosa dicono gli studi scientifici.

Covid e rischio patologie cardiache: cosa dice uno studio americano

Gravi complicazioni cardiovascolari. È questo uno degli effetti più preoccupanti del Covid. Pur essendo guariti dal virus, gli ex pazienti devono far attenzione alla propria salute e conoscere i possibili danni collaterali che la Sars-CoV-2 comporta.

“Ciò che stiamo vedendo non va bene. La Covid-19 può portare a gravi complicazioni cardiovascolari e alla morte. Il cuore non si rigenera o si ripara facilmente dopo un danno cardiaco. Queste sono malattie che colpiranno le persone per tutta la vita”. Sono state queste le parole di Ziyad Al-Aly, docente di medicina alla Washington University.

In tutto il mondo sono più di 380 milioni le persone che sono state infettate dal virus dall’inizio della pandemia. Secondo lo studio dei ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis e del Veterans Affairs St. Louis Health Care System, pubblicato su Nature Medicine, le infezioni da Covid-19 hanno provocato 15 milioni di nuovi casi di malattie cardiache in tutto il mondo.

A causa del Covid aumentano quindi le probabilità di contrarre una patologia cardiaca. Secondo l’analisi americana le persone che hanno contratto il Covid-19 avevano:

  • il 72% in più di probabilità di soffrire di malattia coronarica;
  • il 63% in più di probabilità di avere un infarto;
  • il 52% in più di probabilità di avere un ictus.

Complessivamente quindi le persone infettate dal virus hanno il 55% in più di probabilità a subire un grave evento cardiovascolare.

Long Covid: cos’è e quali sono le complicazioni più frequenti

La ricerca condotta sulle patologie cardiache è solo l’ultimo studio sugli effetti del Covid. La Sars-CoV-2 non è solo una malattia respiratoria, ma è una malattia sistemica, e sono diversi gli studi che lo dimostrano.

Stando infatti a un lavoro presentato all’ultima conferenza dell’American Stroke Association, il rischio di ictus ischemico si alza di dieci volte nei tre giorni successivi alla diagnosi della malattia, per poi scendere gradualmente nei giorni successivi. Infatti tra i 4-7 giorni il rischio di avere un ictus era pari al 60% in più; tra gli 8-14 giorni il rischio calava al 44%; tra i 15-28 giorni il rischio era il 9% più alto.

Nel Regno Unito, invece, è stato pubblicato uno studio su Lancet che ha dimostrato come un caso su due tra i pazienti Covid abbia avuto una complicanza: renale (circa un paziente su 4, il 24% del campione), respiratoria (circa un paziente su 5, il 18% del campione), cardiovascolare o sistemica (un paziente su sei, ovvero il 16% del campione). La ricerca inglese ha dimostrato che anche i pazienti giovani sono a rischio. Hanno avuto complicanze:

  • il 27% dei ricoverati nella fascia di età 19-29 anni;
  • il 37% dei ricoverati nella fascia 30-39 anni

Quindi se normalmente è importante occuparsi della propria salute, è fondamentale se si ha contratto il Covid specialmente nell’anno successivo all’infezione.

Iscriviti a Money.it