Cosa ha detto Matteo Renzi sul reddito di Cittadinanza

Giorgia Bonamoneta

31/07/2021

31/07/2021 - 23:12

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Renzi ancora contro il Reddito di Cittadinanza, ma questa volta pesta i piedi ai giovani. Accusati di non spaccarsi abbastanza la schiena, su Twitter si scatena l’odio al ritmo di #Renzifaischifo.

Cosa ha detto Matteo Renzi sul reddito di Cittadinanza

Matteo Renzi non ha ancora finito i colpi in canna contro il Reddito di Cittadinanza e, durante la presentazione della sua ultima fatica letteraria “Controcorrente”, ha attaccato la fantomatica figura dei “giovani”.

Il discorso di Renzi, sulla scia dei precedenti anti-RdC, punta a incentivare i giovani a faticare, a spaccarsi la schiena. Un discorso che risulta facile e superficiale secondo l’opinione popolare e che rischia di alimentare un’immagine completamente errata dell’attuale stato del Paese.

Così Renzi tenta nuovamente la via del referendum, definendolo “una grande operazione educativa e culturale”. Forse la grande operazione educativa e culturale sarebbe investire sui giovani, sulle università e sull’impiego giovanile, ma è molto più semplice rievocare i nonni che si spaccarono la schiena per ricostruire il Paese.

Renzi contro il Reddito di Cittadinanza: proposta referendum

In una delle presentazioni del suo ultimo libro o - per definirla come farebbe il suo autore - fatica letteraria, Matteo Renzi si è esposto nuovamente contro il Reddito di Cittadinanza.

Torna infatti a parlare di referendum per cancellare il RdC (data annunciata 2022), dopo aver già attaccato l’operazione del Governo Conte-Di Maio-Salvini come culturale e senza esiti positivi.

Sul referendum ha detto:

Il referendum sul reddito di cittadinanza è una grande operazione educativa e culturale.

Il discorso si è poi spostato verso i giovani, che secondo Renzi sfrutterebbero il RdC per non lavorare.

[...] in un mondo che va verso le nanotecnologie, in un mondo che investe sui Big Data, internet of things, artificial intelligence ect ect ai ragazzi va detto studiate, provate, mettetevi in gioco, poi se fallite vi diamo una mano ma rischiate.

Giovani e lavoro in nero: cosa non serve del discorso di Renzi

Il punto fondamentale del discorso, quello per il quale Renzi si è preso gli applausi dei presenti e l’odio dei giovani sui social è questo: “[...]ai ragazzi va detto studiate, provate, mettetevi in gioco, poi se fallite vi diamo una mano ma rischiate”.

Le parole del leader di Italia Viva mancano di una chiara visione del Paese intorno a lui, questo è quello che emerge leggendo le molteplici testimonianze dei giovani che su Twitter stanno rispondendo all’accusa di essere dei “parassiti”.

La retorica del provare, studiare, mettersi in gioco come all’estero in Italia non funziona e non funziona perché mancano i sostegni allo studio e al lavoro giovanile.

Da Twitter:

#nelpaesechenonce un giovane laureato non vive a casa dei genitori con 400€ del reddito di cittadinanza, perché ha più di una proposta lavorativa che valorizza anche economicamente il suo percorso di formazione. #RenziFaiSchifo

Renzi dal palco del suo yacht

Sotto all’hashtag #Renzifaschifo, primo in tendenza in questo momento su Twitter Italia, sono numerosi i commenti legati alla foto che ritrae Matteo Renzi su uno yacht di lusso e qualche giorno fa su un jet privato in Sardegna dove è volato per fare colazione.

Qui è quando Renzi si spacca la schiena ed elabora il concetto che: per fare ripartire il paese poveracci devono soffrire.
#RenziFaiSchifo

Alcuni utenti hanno fatto notare da che pulpito vengano le parole di Renzi, facendo riferimento agli scandali che lo circondano, dagli affari di famiglia a quelli con l’Arabia Saudita.

Renzi e la retorica della fatica

In particolare Renzi si è rivolto ai giovani, anzi a quella immagine dei giovani che i media hanno costruito: i giovani da divano. Quelli che prendono il Reddito di Cittadinanza per arrotondare lo stipendio in nero, dice l’ex primo ministro.

Secondo Renzi infatti il Reddito di Cittadinanza sarebbe un deterrente per l’occupazione giovanile. Dal suo discorso:

Se il messaggio è non vi preoccupate tanto lo Stato vi da un sussidio, state a casa e poi eventualmente fate un lavoretto in nero tanto non se ne accorge nessuno così rimpinguate lo stipendio, se c’è questo messaggio è d-i-s-e-d-u-c-a-t-i-v-o.

Il messaggio diseducativo per Matteo Renzi è il Reddito di Cittadinanza, che secondo lui viene dato ai giovani per non fare nulla o, peggio ancora, per prendere un doppio stipendio insieme a un lavoro in nero.

Chiude l’invito a studiare e a mettersi in gioco facendo riferimento alla fatica dei nonni che hanno ricostruito il Paese. Dal discorso di Renzi: “I nostri nonni hanno fatto l’Italia spaccandosi la schiena, non prendendo i sussidi dallo Stato”.

Il passaggio agghiacciante a detta di molti è stato questo:

Io voglio mandare a casa il Reddito di cittadinanza, perché voglio riaffermare l’idea che la gente deve soffrire, rischiare, provare, correre, giocarsela, se non ce la fai ti diamo una mano, ma bisogna sudare ragazzi.

Ai giovani viene quasi da sorridere a sentire certe affermazioni, sui social nascono meme e battute in merito, ma c’è anche chi, scherzando e ridendo, racconta di un Paese che del lavoro in nero vive; che sulle basse possibilità di lavoro specializzato (per il quale i giovani studiano) ha creato la propria ricchezza.

Matteo Renzi vuole confrontare l’Italia di ieri e di oggi, l’Italia e l’estero, senza però parlare di investimenti su e per i giovani, di veri sussidi allo studio (non i 500 euro di bonus per i libri) o di aiuti all’occupazione. Fa semplicemente pubblicità alla propria campagna contro il RdC, senza indagare i motivi reali per il quale i giovani chiedono (se lo fanno davvero) tale sostegno economico.

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