Imponibile previdenziale, cos’è, a cosa serve e come si calcola

Isabella Policarpio

6 Aprile 2020 - 12:46

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Cos’è l’imponibile previdenziale, a cosa serve e come calcolarlo. Di seguito la guida pratica su come risalire all’importo della retribuzione per lavoratori dipendenti e aziende.

Imponibile previdenziale, cos’è, a cosa serve e come si calcola

Quante volte abbiamo sentito parlare di imponibile previdenziale, ma alzi la mano chi ne conosce esattamente il significato e saprebbe descrivere le operazioni di calcolo necessarie ad ottenerlo.

L’imponibile previdenziale è molto importante per la vita professionale dei lavoratori; esso indica l’importo di retribuzione sul quale vengono calcolati i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e del lavoratore dipendente.

I redditi percepiti, infatti, sono soggetti a contribuzione previdenziale e, in particolare, sono sottoposti a tale contribuzione le somme dirette a compensare la prestazione lavorativa, ordinaria e straordinaria. Sarà importante quindi capire nello specifico quali sono queste somme, per calcolare al meglio l’imponibile previdenziale. In questo articolo andremo a spiegare come si calcola l’imponibile e perché è così importante.

Come si calcola l’imponibile previdenziale

Fatta eccezione di pochi tipi di contratto lavorativo, quasi tutti gli altri prevedono il versamento di contributi; per questo è importante saper calcolare l’imponibile previdenziale altrimenti si rischia di non comprendere gli importi indicati nella busta paga.

Per capire come bisognerà tenere il conto dobbiamo vedere prima di tutto di quali voci si compone l’imponibile previdenziale. Punto di partenza è il principio generale per il quale il reddito imponibile da lavoro dipendente è costituito da qualsiasi somma percepita relativamente al rapporto di lavoro. Quindi nel dettaglio:

  • la paga base;
  • l’indennità di contingenza e l’Elemento distinto della retribuzione (EDR);
  • gli scatti di anzianità e tutti gli elementi indicati nella parte alta della busta paga;
  • i compensi ricevuti a titolo di lavoro supplementare, straordinario o festivo;
  • il superminimo, anche assorbibile;
  • le somme corrisposte dal datore di lavoro durante il periodo di assenza da lavoro tutelato dalla legge, ma che sono a carico del datore di lavoro;
  • i compensi percepiti a titolo di provvigione;
  • le partecipazioni agli utili;
  • le somme percepite a titolo di patto di non concorrenza;
  • i compensi in natura con valore determinato in base dal TUIR.

Cosa è escluso dall’imponibile previdenziale

Vi sono poi degli elementi retributivi esclusi dalla base imponibile previdenziale e, quindi, non assoggettati a contribuzione; questi sono elencati tassativamente per legge:

  • somme corrisposte a titolo di trattamento di fine rapporto (TFR);
  • altre somme corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori;
  • i proventi e le indennità ottenute a titolo di risarcimento danni;
  • le somme poste a carico di gestioni assistenziali e previdenziali obbligatorie per legge;
  • i contributi e le somme erogate alle forme di previdenza complementare.

Gli elementi che abbiamo riportato qui sopra non vanno considerati nel computo dell’imponibile su cui si calcoleranno, a loro volta, i contributi previdenziali.

Minimale e massimale: che vuol dire?

Andrà comunque considerato, in rapporto all’imponibile dovuto all’INPS, che si è soggetti all’adeguamento a un minimale, cioè un imponibile minimo su cui verrà applicata la percentuale di contribuzione e a un massimale, superato il quale non vengono richiesti dall’INPS contributi. I valori minimi e massimi cambiano di anno in anno in base a rivalutazione.

Esistono però due condizioni che influenzano il calcolo:

  • se la retribuzione effettiva risulta inferiore al minimale o a quella contrattuale, dovrà essere adeguata all’importo più elevato tra i due;
  • se la retribuzione effettiva risulta superiore al minimale o a quella contrattuale, la contribuzione si calcolerà sulla retribuzione effettiva.

Importante sottolineare che non si è tenuti al rispetto del minimale in caso di erogazione di prestazioni per cassa integrazione, malattia, maternità e infortunio.

Imponibile previdenziale per lavoro part-time e redditi esclusi

Ma come si calcola l’imponibile previdenziale per i lavoratori che hanno stipulato un contratto part-time? In questo caso, il minimale da applicare è quello orario che si ottiene dal rapporto tra il minimale giornaliero e l’importo ottenuto dal numero di ore settimanali previste dal contratto a tempo pieno.

Per il dipendente retribuito con una misura mensile fissa che lavora in regime di settimana corta, andranno considerate sempre 6 giornate di lavoro, mentre per il lavoratore retribuito ad ore, il sabato non lavorativo non andrà calcolato.

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