Coronavirus, non finirà presto: l’errore da non fare per evitare una nuova emergenza

Antonio Cosenza

28/03/2020

25/06/2021 - 17:21

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Coronavirus: una volta rientrata l’emergenza non sarà comunque finita. È atteso un secondo picco, ma si potrà controllare con le dovute accortezze.

Coronavirus, non finirà presto: l’errore da non fare per evitare una nuova emergenza

Il mondo dovrà imparare a convivere con il Coronavirus per molto tempo.

In Cina, compreso il territorio della provincia di Hubei, l’emergenza Coronavirus sta rientrando, ma l’allerta è ancora massima. Questo perché il Coronavirus tornerà a contagiare la popolazione cinese (e non solo); un secondo picco ci sarà ma facendo attenzione sarà possibile contenerlo e renderlo più gestibile per il sistema sanitario.

Come già vi abbiamo spiegato in un nostro articolo di approfondimento, dopo il passaggio di questa prima fase di emergenza esiste la concreta possibilità ci possa essere una seconda ondata di Coronavirus.

A confermarlo uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health da un gruppo di ricerca britannico guidato dalla Scuola di igiene e medicina tropicale di Londra, nel quale viene spiegato cosa deve fare la Cina per far sì che le conseguenze della seconda ondata di Coronavirus non mandino in tilt il sistema sanitario. Il tutto per rendere più gestibile la crisi da Coronavirus ed evitare di dover prendere nuove misure restrittive come quelle ancora in vigore in gran parte della Cina.

Nello studio si legge di come ritardare il più possibile il picco di Coronavirus: una tempistica che - come spiegato dagli esperti della Scuola di igiene e medicina tropicale - vale esclusivamente per Wuhan e non per altri Paesi poiché “la struttura della popolazione e le interazioni sociali sono diverse”. Tuttavia il concetto di base è valido per tutti, visto che solo seguendo i seguenti consigli sarà possibile contenere una nuova diffusione del Coronavirus.

Coronavirus: bisogna riaprire gradualmente

Il principio su cui si fonda lo studio suddetto è quello per cui una volta sparita la prima ondata di Coronavirus e rientrata l’emergenza bisognerà procedere con una riapertura graduale di scuole ed esercizi commerciali.

Come spiegato dalla ricercatrice Yang Liu, quello riguardante il togliere gradualmente le restrizioni adottate deve valere per tutti i Paesi che in queste settimane stanno combattendo contro la diffusione del Coronavirus. Tenendo conto che molto probabilmente una seconda ondata ci sarà, è necessario fare il possibile affinché questa non arrivi troppo velocemente con il rischio di “sopraffare i sistemi sanitari”.

D’altronde è stato proprio questo uno dei problemi principali dettati dalla diffusione del Coronavirus in Cina e in altri Paesi, ovvero il rischio concreto di un collasso del sistema sanitario a causa di un incremento improvviso di pazienti che necessitano della terapia intensiva o semplicemente di assistenza sanitaria.

Nel dettaglio, nello studio vengono lodate le misure senza precedenti adottate dalla città di Wuhan per ridurre i contatti; misure da cui hanno preso esempio (chi più e chi meno) anche tutti i Paesi che in questi giorni stanno vivendo la stessa situazione di crisi.

D’altra parte, però, la Cina - così come sarà anche per gli altri Paesi - si trova di fronte ad un bivio: cosa fare adesso? Nello studio pubblicato dal The Lancet Public Health vi è un avvertimento molto importante in merito: evitare assolutamente di togliere le restrizioni in modo prematuro, visto che in tal caso potrebbe verificarsi velocemente un secondo picco di casi.

Solo “togliendo le restrizioni in modo graduale” non si dovrà temere la seconda ondata di contagi da Coronavirus. E non perché non ci sarà, ma solamente perché in questo modo la curva del picco verrà abbattuta con la possibilità di dare assistenza sanitaria a tutti senza collassi del sistema.

Rispettando questo consiglio in Cina si potrebbe arrivare ad un secondo picco da Coronavirus nel mese di ottobre; negli altri Paesi ancora più tardi.

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