Conti corrente Intesa Sanpaolo, aumenta il costo: i destinatari e gli esclusi

Flavia Provenzani

5 Giugno 2017 - 17:48

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Quali sono i conti correnti colpiti dall’aumento dei costi annunciato da Intesa Sanpaolo? Ecco i criteri del rincaro delle spese caricate ai clienti.

Conti corrente Intesa Sanpaolo, aumenta il costo: i destinatari e gli esclusi

Intesa Sanpaolo, una delle banche più sicure in Italia, ha annunciato un aumento dei costi su alcuni dei conti correnti dei suoi clienti. Su quali conti verrà applicato il rincaro fino a 120 euro di cui tutti parlano?

Facciamo chiarezza: ecco i destinatari e gli esclusi dalla decisione di aumentare il costo dei conti correnti di Intesa Sanpaolo a partire dal 1° agosto 2017, notizia che ha causato un forte ribasso del titolo in Borsa.

Intesa Sanpaolo aumenta il costo dei conti correnti

Già da maggio la banca ha iniziato ad informare i suoi clienti della decisione di caricare un costo sui conti correnti con liquidità ferma (quei conti che non investono in nessun asset specifico) fino a 120 euro all’anno a partire dal primo giorno di agosto.
A sviscerare per prima la questione è Repubblica, che riporta le parole stesse dei comunicati di Intesa.
I conti correnti più colpiti dal rincaro sono i conti che, al tempo della loro apertura, non prevedevano alcuna spesa - come, ad esempio, i conti Zerotondo. Un assetto del del genere, con il contesto attuale dell’economia, comporta una perdita che Intesa Sanpaolo non vuole più sostenere. Basta, dunque, ai conti a zero spese.

I conti correnti interessati dall’aumento dei costi di Intesa Sanpaolo

I conti correnti colpiti dai rincari sono quelli aperti in un contesto economico completamente diverso da quello attuale, con delle condizioni che non tengono conto delle variabili esogene derivanti dai cambiamenti di politica monetaria della Banca Centrale Europea.
Il costo che Intesa applicherà sui conti dei propri clienti non è forfettario, ma dipendente da numerose variabili tra cui:

  • tipologia di conto;
  • data di apertura del conto corrente;
  • giacenza media nel corso del 2016 sul conto corrente.

Il costo massimo applicabile sui conti correnti, a detta della banca, non potrà mai in alcun caso superare i 10 euro al mese, il che porto il costo massimo per anno a 120 euro.
Secondo alcune tabelle divulgate da Intesa Sanpaolo per illustrare la modalità dell’applicazione dei costi, notiamo però che i criteri per l’applicazione delle nuove spese includono più conti di quanto pensassimo.
L’aumento dei costi parte da chi ha aperto il conto corrente prima del 2009 e che ha avuto una giacenza media di 10.000 euro nel corso del 2016 è pari a 10 euro.
Per chi negli ultimi mesi ha avuto una giacenza tra i 2.000 e i 10.000 euro l’aumento del costo andrà dai 20 centesimi agli 8,40 euro al mese.

I conti di Intesa Sanpaolo NON colpiti dall’aumento dei costi

Secondo quanto riferito dalla stessa Intesa Sanpaolo, i conti esclusi dagli aumenti dei costo sono:

  • i conti correnti sociali
  • i conti correnti legati a condizioni speciali e/o convenzioni
  • i conti correnti dei privati vittime dei terremoti
  • i conti correnti con giacenza media fino a 2.000 euro.

A detta della banca, solo circa il 30% dei conti correnti vedrà applicarsi l’aumento dei costi.

Intesa Sanpaolo: i motivi dall’aumento dei costi

All’interno del suo comunicato Intesa Sanpaolo spiega:

"Negli ultimi anni la discesa dei principali tassi di riferimento sul mercato addirittura in area negativa ha determinato un persistente impatto sfavorevole sull’attività di deposito, gestione e remunerazione della liquidità.

Tale impatto ha fatto venire meno l’equilibrio tra costo per la banca del servizio offerto e le condizioni economiche applicate ai conti correnti".

L’effetto dello stimolo di politica monetaria della BCE, inaugurato nei primi mesi del 2015, ha costretto una banca solida come Intesa Sanpaolo ad iniziare ad applicare dei costi per compensare l’erosione del capitale intrinseco per le banche, causato dall’attuale assetto di politica monetaria della banca centrale guidata da Mario Draghi. Poco importa se gli analisti parlano di una riduzione dello stimolo, e quindi di un rialzo dei tassi di interesse di riferimento, alla fine dell’anno o all’inizio del 2018.

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