Consulente tecnico d’ufficio processo civile: quando serve, funzioni e compenso

Isabella Policarpio

5 Aprile 2019 - 13:16

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Il consulente tecnico d’ufficio (CTU) nel processo civile serve ad accertare fatti al di fuori delle conoscenze del giudice. Cos’è, quando serve e quali sono i poteri del consulente.

Consulente tecnico d’ufficio processo civile: quando serve, funzioni e compenso

Cosa fa esattamente il consulente tecnico tecnico d’ufficio? Chi è?

Il consulente tecnico d’ufficio (CTU) nel processo civile è un esperto in particolari materie che svolge la funziona di ausiliario del giudice quando occorrono delle conoscenze settoriali, non appartenenti al magistrato, per dirimere una controversia.

Il consulente tecnico viene incaricato personalmente dal giudice di merito tra gli appartenenti a specifici Albi professionali, come biologi, ingegneri, psicologi, medici, ecc.

Tra giudice e CTU si instaura un rapporto di tipo fiduciario, pertanto la nomina può essere affidata anche ad esperti non presenti nell’Albo del Tribunale, a patto che la scelta sia giustificata da validi motivi. In tal caso, il consulente tecnico non è obbligato ad accettare l’incarico e può rinunciarvi in ogni momento.

Consulente tecnico d’ufficio nel processo civile: cosa fa?

Come abbiamo anticipato, il consulente tecnico d’ufficio nel processo civile è un tecnico ausiliario del giudice. Viene nominato quando le sue conoscenze settoriali sono fondamentali per definire la causa. In pratica il consulente tecnico d’ufficio deve:

  • rispondere ad assolvere alle richieste del giudice che lo nomina;
  • operare con diligenza senza farsi coinvolgere dalle parti in causa e senza favorire una o l’altra parte;
  • confrontarsi con i consulenti tecnici di parte, ove nominati;
  • chiedere l’ausilio del giudice in caso di circostanze impreviste;
  • avvalersi di un ausiliario quando è necessario, sempre previa autorizzazione del giudice.

Si ricorda che, se una o entrambe le parti non sono d’accordo con quanto rilevato dalla consulenza tecnica, possono procedere alla contestazione o chiederne l’annullamento (per sapere come clicca qui).

Consulente tecnico di parte: chi è?

Come abbiamo visto, il consulente tecnico d’ufficio viene nominato dal giudice; tuttavia anche le parti in causa hanno il diritto di avvalersi di un consulente tecnico.

Esattamente come il CTU, anche il consulente di parte è un professionista in un determinato campo tecnico/scientifico che le parti scelgono per portare a termine un incarico peritale.

In genere le parti si avvalgono di persone di fiducia, come i loro dipendenti o colleghi. Il consulente tecnico di parte, una volta nominato, affiancherà il CTU ed esporrà le proprie osservazioni sul suo operato, negli interessi della parte che l’ha nominato.

Il lavoro del consulente tecnico di parte sarà esaminato e valutato dal giudice esattamente come quello del consulente d’ufficio che allo stesso modo potrà anche disattenderlo.

Chi paga il consulente tecnico? Qual è il compenso?

Al consulente tecnico d’ufficio spetta un compenso per il lavoro svolto che, in genere, è a carico delle parti. Spesso il giudice ordina il versamento di un fondo spesa anticipato, negli altri casi la liquidazione del compenso avviene al termine del giudizio.

L’ammontare del compenso varia in base al tipo di consulenza richiesta. Infatti, per alcune tipologie di consulenza la legge prevede espressamente delle tariffe determinate che indicano un minimo ed un massimo, per altre, invece, il compenso viene calcolato in base alle ore di lavoro del CTU.

Per la liquidazione del compenso al consulente tecnico, il giudice tiene conto di diversi aspetti: la complessità della causa, la qualità della consulenza fornita ed il valore della controversia tra le parti.

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