Condominio, si può usare la lavatrice di notte?

Isabella Policarpio

9 Agosto 2019 - 15:32

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Quando si può utilizzare la lavatrice in condominio? Ecco le fasce orarie da rispettare e cosa fare in caso di vicini troppo rumorosi.

Condominio, si può usare la lavatrice di notte?

Si può usare la lavatrice di notte in condominio? Come tutti sanno, la vita condominiale non è mai semplice, ci sono molte regole da rispettare, anche sugli aspetti più banali della vita domestica, come per l’appunto l’utilizzo della lavatrice.

La centrifuga della lavatrice in funzione, infatti, può rivelarsi molto rumorosa, specie se si tratta di un modello un po’ datato, tanto da disturbare chi vive al piano di sotto. Per questa ragione, il regolamento condominiale generalmente disciplina le fasce orarie per utilizzare la lavatrice e gli altri elettrodomestici rumorosi, come ad esempio il frullatore.

Oltre alle regole condominiali, il Codice civile prevede la regola della “normale tollerabilità” come criterio per determinare quando un rumore sia eccessivo oppure no.

In linea generale, possiamo dire che usare la lavatrice di notte non è certo una buona abitudine, in quanto disturba il sonno di chi vive al piano di sotto, tuttavia, dall’altro lato, si potrebbe controbattere dicendo che la maggior parte dei fornitori di elettricità prevede una tariffa agevolata durante le ore notturne, cosa che spinge tante persone a fare il bucato proprio in quelle ore.

Cerchiamo capire quando è vietato e quando è consentito mettere in funzione la lavatrice, per poi vedere cosa fare se il condomino del piano di sopra non vuole abbandonare questa abitudine.

Lavatrice ed altri elettrodomestici in condominio, cosa dice la legge?

Quando si vive in condominio ci sono molte regole da rispettare, soprattutto per non disturbare i vicini di casa e provocare discussioni inutili e fastidiose. Una delle maggiori cause di litigi in condominio riguarda i rumori molesti, tra questi quello della centrifuga della lavatrice.

Non esiste nessuna norma che vieta espressamente di utilizzare la lavatrice durante le ore notturne, ma bisogna attenersi al dettato dell’articolo 844 del Codice civile, che recita:

“Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino , se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.”

Dunque, il Codice civile fa appello al criterio, piuttosto discrezionale, della “normale tollerabilità”. Tuttavia, come si sa, in ogni condominio c’è chi è sempre sul piede di guerra e chi, invece, è disposto a chiudere un occhio.

Per essere precisi, la Corte di Cassazione ha stabilito che un rumore si considera molesto se supera la soglia dei 3 decibel rispetto al rumore di fondo. Ad ogni modo, in caso di contenzioso, spetta sempre al giudice valutare se i rumori sono molesti, in considerazione dei luoghi e dell’orario.

Lavatrice ed altri elettrodomestici, cosa dice il regolamento di condominio

Come abbiamo visto, la norma di riferimento del Codice civile ha un contenuto abbastanza generico. A prevedere regole più specifiche ci pensa il regolamento condominiale. Nella maggior parte dei casi si prevede espressamente il divieto di utilizzare la lavatrice, l’aspirapolvere, il frullatore, e altri elettrodomestici particolarmente fastidiosi, nelle ore notturne, per tutelare il riposo degli altri condomini.

In ogni caso, anche quando manca l’esplicito riferimento alla lavatrice, bisogna rispettare le cosiddette “ore di silenzio”, cioè fasce orarie in cui i condomini devo prestare particolare attenzione a non fare rumore.

Le fasce di silenzio sono prima delle 8.00, tra le 13.00 alle 16.00 e dopo le 22.00, salva diversa disposizione del regolamento condominiale.

Cosa fare se il vicino non rispetta il divieto?

Cosa si può fare se il vicino di casa decide ugualmente di mettere in funzione la lavatrice di notte?

Come in ogni questione di condominio, la prima cosa da fare è cercare di risolvere il problema pacificamente, cioè con un semplice ammonimento. Tuttavia, se i rumori persistono, a questo punto si consiglia di procedere con una lettera di diffida, meglio ancora se controfirmata anche dall’amministratore di condominio.

Se anche la diffida non basta, non resta che ricorrere alle vie legali: sarà il giudice, con una perizia fonometrica a stabilire se il rumore è sopportabile o meno. Il condomino maleducato rischia una sanzione fino a 300 euro per disturbo della quiete.

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