Come leggere i risultati di referendum ed elezioni regionali a livello politico

Riccardo Lozzi

21 Settembre 2020 - 11:59

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Chi festeggia se vince il sì o il no al referendum? Le elezioni regionali avranno un impatto su governo e leadership nazionali? Come leggere i risultati dell’Election Day.

Come leggere i risultati di referendum ed elezioni regionali a livello politico

Tra poche ore conosceremo i risultati delle elezioni riguardanti il referendum sul taglio dei parlamentari e delle regionali che coinvolgono Toscana, Campania, Puglia, Marche, Veneto, Liguria e Valle d’Aosta.

Nonostante si tratti di consultazioni che non coinvolgono direttamente il governo e il Parlamento, in molti prevedono che la sfida elettorale possa avere ripercussione sia sulla tenuta del Conte-bis che sulle leadership dei partiti nazionali.

Diventa quindi interessante capire come reagiranno le diverse forze politiche una volta che si avranno gli esiti definitivi e come leggere i risultati delle elezioni a livello politico nazionale.

Referendum, chi festeggia se vince il sì?

Il taglio dei parlamentari è stato votato nell’ultima lettura al Parlamento da quasi tutti i gruppi politici. Per tale ragione si dovrebbe pensare che se vincesse il sì tutti sarebbero contenti, mentre in caso prevalessero i no sarebbe una sconfitta condivisa.

Tuttavia, come spesso accade nel panorama italiano, la questione è più complessa. In caso la riforma venisse confermata dagli elettori, il primo a festeggiare sarebbe il Movimento 5 Stelle, con Luigi Di Maio pronto a riprendersi la carica di capo politico.

In questo scenario anche Lega e Fratelli d’Italia potrebbero salire sul carro dei vincitori, poiché sia Salvini che Meloni hanno espresso in più di un’occasione la volontà di “ridurre le poltrone”.

Negli ultimi giorni si sono però leggermente smarcati, riservando la possibilità ai propri elettori di votare secondo la propria coscienza.

Il PD, avendo votato 3 volte su 4 no in Parlamento e avendo chiesto correttivi che non ci sono stati, non potrà esultare convintamente per una revisione costituzionale che non ha mai sentito propria, anche se il segretario Nicola Zingaretti ha posizionato il partito per il sì.

Referendum, chi festeggia se vince il no?

In caso gli elettori si esprimessero in maggioranza contro il quesito referendario, il Movimento 5 Stelle e lo stesso Di Maio pagherebbero sicuramente il prezzo più alto, con molti osservatori che prefigurano la fine politica di entrambi.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni, invece, potrebbero affermare come loro siano stati comunque contro i privilegi della casta, accusando i pentastellati di aver scritto male una riforma che non ha convinto gli italiani. Inoltre, potrebbero chiedere lo scioglimento di un Parlamento delegittimato dal voto.

Per il Partito Democratico ci sarebbe un terremoto interno. Diversi esponenti non hanno condiviso quello che hanno bollato come un cedimento al populismo grillino e chiederebbero così le dimissioni di Zingaretti da leader.

Elezioni regionali, conseguenze nazionali

Diverso è il discorso per le elezioni regionali. In questo caso il Movimento 5 Stelle è cosciente del fatto che non potrà conquistare nessuna delle regioni in ballo, ma il governo potrebbe indebolirsi se risultasse determinante nella sconfitta del PD nei territori in bilico, come Toscana, Puglia e Marche.

Proprio la Toscana gioca un ruolo fondamentale per la sorte politica di Zingaretti e Salvini. In caso vincesse la candidata della Lega Susanna Ceccardi, il segretario dem potrebbe lasciare immediatamente la sua carica.

Se invece si confermasse lo status di “regione rossa”, il leader del Carroccio vedrebbe una sola vittoria leghista alle elezioni: quella del rivale Luca Zaia, il quale potrebbe essere confermato governatore del Veneto doppiando la Lega con la sua lista civica.

Anche Matteo Renzi si gioca molto nella competizione elettorale toscana. Infatti, se Italia Viva non fosse determinante nella vittoria di Eugenio Giani (scelto proprio dall’ex premier), i suoi sogni di diventare ago della bilancia del sistema politico italiano svanirebbero a meno di un anno dalla fondazione del partito.

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