Colpa medica, per la Cassazione serve “l’elevata probabilità logica”

Isabella Policarpio

10 Settembre 2019 - 11:36

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La Cassazione torna sulla colpa medica e ribadisce il principio dell’ “elevata probabilità logica” nella prova del nesso causa - effetto. Ecco come si prova in giudizio.

Colpa medica, per la Cassazione serve “l’elevata probabilità logica”

La colpa medica è un tema molto caldo, su cui periodicamente la Corte di Cassazione interviene per determinare i principi cui il giudice deve attenersi riguardo l’accertamento della responsabilità del personale sanitario.

A due anni dalla legge Gelli-Bianco, numero 24/2017, i giudici supremi tornano a sull’argomento e forniscono dei chiarimenti su uno degli aspetti più problematici della responsabilità medica: la prova del nesso causale tra il danno subito dal paziente, o la morte, e la condotta del professionista.

Nelle sentenze più recenti della Cassazione, i giudici hanno ribadito l’orientamento dell’”elevata probabilità logica”, vale a dire che il giudizio di colpevolezza non può basarsi su considerazioni statistiche, ma deve accertare che la condotta corretta del medico avrebbe evitato il prodursi del danno alla salute o la morte del paziente.

Si tratta di un’operazione giuridica non di poco conto: occorre prendere in esame le regole di esperienza e le leggi scientifiche e verificare se il danno si sarebbe verificato ugualmente, con minore intensità o non si sarebbe presentato affatto, così la Corte di Cassazione nella sentenza n. 24922 del 2019.

Colpa medica e del personale sanitario: la legge Gelli-Bianco e l’esimente di responsabilità

Accertare in termini di certezza la responsabilità del medico e del personale sanitario in generale nella produzione di un danno non è un’operazione di poco conto, infatti i fattori esterni che possono aver influito sono molteplici.

In tema di colpa medica è necessario fare riferimento alla legge Gelli-Bianco, che nel 2017 ha riformato in modo sostanziale l’approccio giuridico - legale nei confronti della condotta del personale sanitario.

La legge in esame ha introdotto un’ipotesi di esimente di responsabilità del medico, espressa all’articolo 590 sexties, comma 2, del Codice penale:

“Qualora l’evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto.”

Tale esclusione di responsabilità si è rivelata necessaria a ridurre lo spropositato numero di denunce ai danni del personale medico.

Colpa medica, la prova del nesso causale: il criterio dell’”elevata probabilità logica”

Nonostante la legge di riforma, il criterio di determinazione della colpa medica resta una questione ancora aperta, tanto che la Corte di Cassazione si è vista costretta più volte ad intervenire per fare ordine.

Nel corso del 2019 ci sono già state diverse pronunce nelle quali gli Ermellini hanno rimarcato il principio dell’ “elevata probabilità logica”, regola di giudizio che va ben oltre i dati statistici a disposizione.

“L’elevata probabilità logica” vincola il giudice di merito a una doppia valutazione: la prima sulle basi scientifiche che intervengono nel caso di specie, la seconda sul ragionamento induttivo che possa verificare se la corretta condotta del medico avrebbe evitato il danno o la morte del paziente.

La sentenza n. 24922 del 2019 precisa che per provare il nesso causale, il giudice deve ipotizzare che il medico abbia agito correttamente e verificare se il fatto dannoso si sarebbe verificato ugualmente, con minore o maggiore intensità o non si sarebbe verificato affatto.

Se viene accertato che il nesso è “altamente probabile” potrà allora parlarsi di responsabilità medica.

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