Stanotte in Cina è stato pubblicato il dato sull’attività manifatturiera nell’ex Impero Celeste, che ha evidenziato pericolosi segnali di contrazione economica. Infatti, a magggio il dato preliminare dell’indice Pmi manifatturiero cinese, calcolato da Hsbc, è sceso sotto la soglia psicologica di 50 punti, considerata uno spartiacque tra la crescita e la contrazione economica. Il risultato è stato di 49,6 punti, il più basso degli ultimi 7 mesi. Ad aprile il dato finale era stato di 50,4 punti.
Le borse asiatiche hanno chiuso in profondo rosso, registrando un sensibile aumento della volatilità. Appesantite anche dai segnali ambigui lanciati da Bernanke e dall’accenno di una possibile exit strategy dall’attuale politica monetaria ultra-accomodante della Fed, le borse del Far East asiatiche hanno innescato la retromarcia, seguendo l’andamento negativo evidenziato ieri da Wall Street.
La borsa di Tokyo è salita sull’ottovolante. L’indice Nikkei-225 è arrivato a perdere anche il 5,5%, a causa di un brusco strappo al rialzo dei tassi sui bond nipponici a 10 anni che hanno superato la soglia psicologica dell’1%. Si è trattato del livello più alto registrato da aprile 2012. Poco più di un mese fa i Jgb decennali rendevano lo 0,55% ed erano scesi ai minimi storici.
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