Cina allenta i vincoli sul movimento dei capitali

Nicola D’Antuono

29 Aprile 2014 - 06:21

La Cina allenta i vincoli sulla circolazione dei capitali e studia misure per aumentare la convertibilità della propria moneta

Cina allenta i vincoli sul movimento dei capitali

Nel week-end la Cina ha compiuto un nuovo passo in avanti per favorire la circolazione dei capitali sia all’interno che al di fuori dei propri confini nazionali, allentando significativamente i vincoli sul movimento dei flussi di denaro. La mossa delle autorità monetarie di Pechino arriva dopo la stoccata del Fondo Monetario Internazionale, che ha criticato gli stringenti controlli sul movimento di capitali in quanto potenzialmente in grado di rallentare la crescita economica del gigante asiatico e di rendere sempre più vulnerabile il settore finanziario domestico. Nel rapporto del FMI si legge anche che gli investitori internazionali avrebbero guardato con maggiore interesse al mercato americano, dove la crescita appare più sostenuta e accompagnata da rendimenti più alti.

Il FMI ha comunque alzato le stime sul pil cinese 2014 al 7,5% dal 7,2%. La risposta del governo cinese non si è fatta attendere, anche se tutto è partito già un paio di anni fa con l’avvio della riforma del mercato dei capitali a Pechino e Shanghai dopo che le aziende straniere avevano manifestato il proprio disappunto per le difficoltà derivanti dall’impossibilità di utilizzare liberamente i profitti generati in yuan attraverso le loro operazioni finanziarie e commerciali. Dal 1° giugno la riforma in Cina si allargherà e consentirà alle aziende di ampliare il proprio giro d’affari, a condizioni molto più favorevoli rispetto al passato. Si tratta di quelle società che riescono a generare utili superiori ai 100 milioni di dollari e che potranno finalmente aprire conti all’estero e in Cina in contemporanea.

La riforma servirà anche a testare le nuove misure monetarie relative alla maggiore convertibilità della moneta cinese. Salterà il tetto al trasferimento per i conti esteri, mentre il vincolo non sarà eliminato per i conti in Cina. L’allargamento della riforma da parte della Safe (State administration of foreign exchange), l’amministrazione che gestisce più di 3,3 miliardi di dollari di riserve valutarie, dovrebbe consentire alle aziende di ottenere maggiori benefici in termini di risparmio dei costi e di efficienza. Tra l’altro il governo centrale ha intenzione di stringere una collaborazione più forte con le autorità monetarie di Hong Kong, dove si sviluppa l’80% delle transazioni in renminbi (o yuan).

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