Chi decide gli orari del riscaldamento centralizzato in condominio?

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27/10/2025

Come vengono decisi gli orari di accensione e spegnimento dei riscaldamenti nei condomini? Ecco la guida su regole e approvazioni

Chi decide gli orari del riscaldamento centralizzato in condominio?

Con l’arrivo dei primi freddi, una delle discussioni più ricorrenti nei condomini riguarda proprio gli orari di accensione e spegnimento dei termosifoni. Tra chi teme di avere troppo caldo e chi, al contrario, vorrebbe più ore di riscaldamento, trovare un equilibrio non è mai semplice. Ma al di là delle preferenze personali, è bene sapere che la decisione non è lasciata al caso: esistono precise regole di legge che stabiliscono quando e per quanto tempo si possono tenere accesi i termosifoni.

Il punto di partenza è il D.P.R. 412/1993, aggiornato dal D.P.R. 74/2013, che suddivide l’Italia in sei zone climatiche (da A a F) in base ai gradi-giorno, ossia alla somma delle differenze tra temperatura interna ed esterna durante la stagione invernale. In base a questa classificazione si determinano i periodi di accensione e il numero massimo di ore giornaliere consentite.

Ogni condominio, entro questi limiti, può stabilire gli orari esatti di funzionamento del riscaldamento centralizzato, ma sempre rispettando la normativa nazionale e le eventuali ordinanze comunali che possono anticipare o prorogare l’accensione in caso di condizioni climatiche particolari.

Orari di accensione del riscaldamento condominiale: chi li decide e come?

Stabilire gli orari di accensione del riscaldamento è spesso un piccolo esercizio di diplomazia condominiale. Ogni inquilino ha le proprie esigenze e abitudini, ma la decisione non può essere arbitraria. La competenza spetta infatti all’assemblea condominiale, che delibera gli orari con le maggioranze previste dal Codice Civile, tenendo conto dei limiti stabiliti dalla legge.

In assenza di una delibera, la scelta può essere affidata all’amministratore di condominio, il quale ha il compito di garantire il rispetto delle disposizioni normative e di assicurare il corretto funzionamento dell’impianto.

Di norma, la fascia oraria entro cui è possibile far funzionare il riscaldamento centralizzato va dalle 5:00 alle 23:00, ma ogni condominio può adattarla alle proprie necessità, purché non superi le ore giornaliere massime consentite per la zona climatica.

Per esempio, un condominio situato a Milano, che rientra nella zona E, può accendere l’impianto dal 15 ottobre al 15 aprile per un massimo di 14 ore al giorno. A Napoli, che si trova in zona C, il riscaldamento è consentito dal 15 novembre al 31 marzo per un massimo di 10 ore giornaliere.

Quindi, la gestione degli orari di accensione è una scelta condivisa che deve conciliare il benessere dei condomini, l’efficienza energetica e la conformità alle regole nazionali e locali.

Le regole da rispettare per l’accensione dei termosifoni

Anche quando la decisione sugli orari è frutto di un accordo interno, restano comunque da rispettare alcune regole fondamentali.
La legge stabilisce che gli impianti di riscaldamento centralizzato possano essere attivati soltanto entro le fasce orarie consentite e per un tempo massimo giornaliero definito in base alla zona climatica.

La temperatura all’interno delle abitazioni non può superare i 20 gradi (con una tolleranza di ±2 gradi), come stabilito dal D.P.R. 74/2013. Negli edifici industriali o artigianali il limite scende a 18 gradi, sempre con la stessa tolleranza.
Questo serve non solo a garantire il comfort termico, ma anche a contenere i consumi energetici e le emissioni, in linea con gli obiettivi ambientali europei.

Per i condomini dotati di riscaldamento autonomo, le regole sono più flessibili: ogni appartamento può accendere e spegnere la caldaia liberamente, salvo eventuali regolamenti comunali o condominiali che impongano restrizioni particolari.

Dal 2017, inoltre, è obbligatorio l’uso di valvole termostatiche e sistemi di contabilizzazione del calore nei condomini con impianto centralizzato, come previsto dal D.Lgs. 102/2014. Questi dispositivi permettono di regolare la temperatura di ogni unità abitativa e di pagare i consumi in base all’effettivo utilizzo, promuovendo un uso più equo ed efficiente dell’energia.

Si possono modificare gli orari di accensione dei termosifoni?

Sì, gli orari stabiliti non sono immutabili. Possono essere modificati se cambiano le esigenze dei condomini o se si verificano variazioni nelle condizioni climatiche. Tuttavia, ogni modifica deve avvenire nel rispetto delle procedure previste dalla legge.

Per cambiare gli orari è necessario convocare un’assemblea condominiale con all’ordine del giorno la discussione specifica sul tema. L’amministratore ha il dovere di convocare l’assemblea su richiesta dei condomini, ma se è impedito o non provvede, la convocazione può essere fatta da almeno due condomini che rappresentino un sesto del valore dell’edificio, o, nei casi previsti, da un curatore speciale.

Durante la riunione si apre il dibattito e si procede alla votazione: la decisione viene approvata se si raggiungono le maggioranze previste dall’articolo 1136 del Codice Civile. Una volta approvata, l’amministratore deve comunicare gli orari aggiornati a tutti i condomini e provvedere all’adeguamento del regolamento.

Va ricordato che anche i Comuni possono intervenire con ordinanze straordinarie per anticipare o prolungare l’accensione dei termosifoni in caso di freddo intenso o emergenze energetiche. In tali circostanze, i condomini possono adeguarsi senza necessità di una nuova delibera, purché si tratti di provvedimenti ufficiali e temporanei.

In definitiva, quindi, la gestione degli orari di accensione dei termosifoni in condominio è un equilibrio tra regole nazionali, decisioni collettive e buon senso. L’assemblea e l’amministratore hanno il potere di stabilire gli orari, ma sempre entro i limiti fissati dalla legge.

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