Che fine ha fatto il libro del ministro Speranza? Ecco cosa c’era scritto

Redazione IlGiornale.it

12 Gennaio 2021 - 12:30

Il ministro scrive un libro sul Covid in piena pandemia. Poi lo ritira dalle librerie. Lo abbiamo letto per voi.

Che fine ha fatto il libro del ministro Speranza? Ecco cosa c’era scritto

Solo pochi l’hanno potuto leggere. Al grande pubblico il libro di Roberto Speranza è stato negato, ritirato in fretta e furia dalle librerie nel pieno della seconda ondata di coronavirus. “Perché guariremo”, edito da Feltrinelli, è un testo curioso, politicamente scottante e per molti versi controverso. IlGiornale.it è riuscito ad ottenerlo, l’ha letto e ora ne condivide, capitolo dopo capitolo, ampi stralci con i lettori che non potranno mai avere il privilegio di sfogliare una copia.

L’analisi non può che iniziare dalle premesse. Perché Speranza s’è messo alla scrivania? “Non perdere la memoria di quanto è accaduto in questi mesi è il primo motivo che mi ha spinto a scrivere questo libro”, si legge nelle prime righe. Il secondo motivo è la “necessità di trasmettere un messaggio positivo”.

In agosto infatti il ministro si diceva convinto che “dobbiamo guardare al futuro con fiducia” e si lanciava in una previsione che, letta oggi, dopo le oltre 30mila vittime autunnali, è ben lontana dall’essersi avverata. Il ministro ci apre l’opera: “Non ci sono dubbi. Guariremo”.

Le cronache recenti dicono in realtà il contrario: la previsione era sballata. Certo in alcune righe il ministro ammette che “la pandemia non è domata”. Ma ne era convinto: “Il potere di questo maledetto virus ha i mesi contati”. E invece la seconda ondata, a conti fatti, ha ucciso più della prima.

Non sarà per questo che il volume è scomparso dagli scaffali? Speranza deve aver capito che quanto scritto in estate era stato superato dagli eventi autunnali. Scriveva infatti il ministro: “Non possiamo più permetterci di essere colti disarmati di fronte alla violenza di una eventuale nuova pandemia”. E invece disarmati ci siamo trovati non di fronte ad un altro “eventuale” agente patogeno, ma alla seconda ondata dello stesso virus.

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