Assassini liberati per sgomberare le prigioni causa COVID-19, ecco dove

Flavia Provenzani

11 Agosto 2020 - 14:29

condividi

Molti assassini, in prigione per scontare la pena per omicidio, sono stati liberati per sgomberare le prigioni, a rischio sanitario causa coronavirus.

Assassini liberati per sgomberare le prigioni causa COVID-19, ecco dove

In California, Stati Uniti, sono migliaia i detenuti - tra cui numerosi assassini - ad essere stati liberati per sgomberare le prigioni non più sicure a causa della pandemia da COVID-19. Ma non è tutto: sono molti i sostenitori che spingono affinché ne vengano liberati ancora di più.

Il piano è già stato implementato: come spiega il Los Angeles Times, migliaia di detenuti della California sono stati scarcerati per frenare la diffusione del coronavirus, che ha ucciso almeno 52 prigionieri e infettato oltre 8.700 persone.

Migliaia di detenuti scarcerati causa coronavirus, succede in California

Già nel corso della primavera la California ha rilasciato 3.500 detenuti a causa del coronavirus, mentre a luglio ne ha liberati altri 2.345 in anticipo. Altri migliaia di loro potranno essere rilasciati, di cui almeno 6.500 considerati ad alto rischio a causa di condizioni mediche che li rendono particolarmente vulnerabili al COVID-19.

Nonostante il governatore Gavin Newsom e i vertici alla guida degli istituti di correzione abbiano cercato di liberare esclusivamente gli autori di reati non violenti, stanno uscendo dalle carceri anche degli assassini, coloro che hanno commesso dei crimini violenti e che oggi si trovano in gravi condizioni mediche.

Il giornale di Los Angeles riporta il caso esemplare di Terebea Williams: a 22 anni ha sparato al fidanzato, guidato per oltre 1.000 chilometri con il corpo sanguinante nel bagaglio per poi arrivare in un motel nel nord della California, legarlo a una sedia e lasciarlo morire.

Ora la Williams ha 44 anni e ha trascorso 19 anni nella prigione femminile di Chowchilla - durante i quali ha preso una laurea e ispirato giovani detenute. È stata rilasciata lo scorso 29 luglio, vedendosi così tagliare di decine di anni la sua condanna a 84 anni di prigionia.

Il rilascio degli assassini scatena l’ira di avvocati e famiglie

Alcuni sostenitori dei diritti dei prigionieri affermano che la Williams esemplifichi il tipo di detenuto che dovrebbe essere rilasciato - ha già scontato una lunga pena, presenta un basso rischio di recidiva ed è particolarmente vulnerabile al coronavirus.
Ma questo caso, come molti altri, ha scatenato le ire dei pubblici ministeri, dei difensori dei diritti delle vittime e dei membri delle loro famiglie.

Rilasciare i criminali violenti sulla parola è una questione annosa in America, ma è diventata ancora più urgente a causa del coronavirus e del modo caotico in cui alcuni delinquenti non violenti sono stati liberati dalle carceri californiane negli ultimi mesi. Il processo per determinare chi debba uscire e perché non è chiaro a nessuno, neanche agli avvocati dei rilasciati.

Nonostante i recenti rilasci, molte prigioni rimangono al limite o in stato di affollamento, il che rende ancor più difficile fermare la diffusione del coronavirus. Sono necessari ulteriori rilasci, riferiscono dei esperti medici, per controllare la crisi sanitaria e attenuare il rischio che i detenuti malati abbiano bisogno di ricoveri nelle strutture ospedaliere limitrofe, già sotto stress.

In una dichiarazione, i funzionari addetti alla correzione hanno affermato che i 6.500 detenuti identificati come ad alto rischio medico per COVID-19 sono solo quelli «idonei ad essere presi in considerazione» per il rilascio e che sono stati valutati "sulla base di considerazioni di sicurezza e salute pubblica".

Argomenti

Iscriviti a Money.it