Cambio euro-dollaro dopo i NFP: analisi e previsioni per la settimana (10-14 ottobre)

Matteo Bienna

8 Ottobre 2016 - 18:00

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Il cambio euro-dollaro supera lo scoglio dei Non Farm Payrolls e si prepara ad una nuova settimana: vediamo cosa attende EUR/USD nei prossimi giorni.

Cambio euro-dollaro dopo i NFP: analisi e previsioni per la settimana (10-14 ottobre)

Il cambio euro-dollaro esce da una settimana di soli ribassi, almeno fino a quando non sono stati pubblicati i dati sul mercato del lavoro americano di settembre.

I Non Farm Payrolls hanno ribaltato l’andamento di euro-dollaro e con il market mover più atteso della settimana, deludente per gli USA, il biglietto verde ha chiuso in sofferenza una settimana fino a quel momento vissuta da unico protagonista.

La quotazione di EUR/USD è così risalita a 1,12 dopo aver testato l’1,110, rientrando all’interno dei sentieri più volte percorsi nell’ultimo periodo.

Il calendario economico della prossima settimana vede due grandi appuntamenti, entrambi sempre provenienti da oltre oceano: i verbali FOMC e le vendite al dettaglio USA.

Dopo aver visto le previsioni per i prossimi giorni sul mercato azionario italiano, capiamo ora come i suddetti market mover potranno influenzare l’andamento di euro-dollaro e quali prospettive attendono il più tradato fra i cambi.

Cambio euro-dollaro cede ma non molla: continuerà il ribasso?

Il cambio euro-dollaro ritraccia gran parte del ribasso portato avanti da lunedì a giovedì con i Non Farm Payrolls di ieri pomeriggio.

La settimana è stata caratterizzata da una grande progressione del dollaro USA, in rafforzamento nei confronti di tutte le altre valute, elemento che ha portato ad un drastico crollo nel prezzo di oro, argento e di valute rifugio come lo yen.

In questo contesto la moneta unica ha retto l’impatto e nel suo ribasso non si è spinta al di sotto di quota 1,11, prima di tornare su e assorbire gran parte della candela settimanale:

Nel grafico weekly è evidente come il rialzo finale di venerdì abbia reso vano l’abbattimento dei supporti e il taglio della media mobile a 20 periodi, riportando la quotazione di EUR/USD su uno dei livelli più tradati degli ultimi due mesi.

Tuttavia questo falso breakout ha portato il cambio su livelli di prezzo che non venivano toccati dalla prima metà di agosto, in una tendenza che continua quindi ad essere orientata al ribasso.

Il seguente grafico giornaliero evidenzia il movimento di fondo ribassista di EUR/USD, con una rinnovata sequenza di massimi decrescenti che ha caratterizzato anche le cinque candele giornaliere di questa settimana:

Il massimo di venerdì è stato registrato proprio in corrispondenza del punto di incrocio tra la media mobile a 20 e a 60 periodi, con la prima destinata a virare al di sotto della seconda.

Questo ulteriore segnale ribassista contribuisce a far credere che il cambio possa tornare la prossima settimana verso il test dei supporti violati venerdì, ovvero 1,115, 1,1128 e infine la soglia psicologica dell’1,11.

Tuttavia solo un ritorno a quota 1,10 può davvero dare realizzazione al movimento ribassista, i cui principali target sarebbero a 1,107 e 1,100.

Inutile dire che i verbali FOMC previsti per mercoledì sera e il consueto dato USA del venerdì, in questo caso le vendite al dettaglio, muoveranno la valuta statunitense e potranno risultare determinanti nella prosecuzione del downtrend o nella sua inversione.

Le previsioni degli analisti guardano a vendite al dettaglio in netto rialzo rispetto al mese precedente mentre il peso dei verbali FOMC è ancora tutto da definire.

Il mercato guarda alla riunione di dicembre come la prossima indiziata per un possibile rialzo dei tassi di interesse e mercoledì sera potrebbe essere il momento di nuove indicazioni.

L’esempio dei Non Farm Payrolls di venerdì ha tuttavia dimostrato come è lecito attendersi ogni tipo di sorpresa da questi market mover, ai quali il mercato è diventato particolarmente sensibile, lasciando sempre aperta una possibile inversione al rialzo.

Lo scenario rialzista non assumerebbe tuttavia contorni rilevanti fino al superamento di quota 1,124, oltre la quale incontrerebbe una fascia di accumulazione di massimi fino all’1,128. Solo un sorpasso di questo range avrebbe particolare rilevanza in questo contesto, per quanto risulti ad oggi molto poco probabile.

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