Dopo il raggiungimento dell’accordo sulla questione del debito in Grecia, il cambio Euro/Dollaro ha testato il terreno del rialzo, senza tuttavia sfondare a causa delle numerose incertezze ancora pendenti. Ma veniamo alle previsioni di questa settimana: dopo aver raggiunto la resistenza del downtrend il cambio EUR/USD romperà al rialzo o prenderà a scendere?
Euro/Dollaro: il punto della situazione
La scorsa settimana FMI e Eurogruppo sono riusciti a trovare un accordo circa la gestione del debito in Grecia, più in là durante la settimana, il presidente della BCE, Mario Draghi, ha sottolineato come sia finito il "tempo delle favole" e che la ripresa economica della zona Euro comincerà a palesarsi soltanto dopo la seconda metà del 2013. Negli Stati Uniti, nel frattempo, i discorsi sul fiscal cliff fanno muovere il Dollaro e in generale i mercati in un passaggio continuo tra modalità di avversione/propensione al rischio.
Euro/Dollaro: market mover della settimana
Oltre ai dati rilasciati oggi circa l’andamento del settore manifatturiero in Europa e negli Stati Uniti (per maggiori informazioni:calendario economico del 03/12/2012), questa settimana tenderanno a generare movimenti:
- Meeting Ecofin
Previsto per martedì l’incontro tra i ministri delle finanze dei 27 stati membro che proveranno a portare avanti il discorso sull’unione bancaria che, certamente, incontrerà numerose difficoltà alcune delle quali già annunciate, come ad esempio la posizione di Svezia e Lussemburgo secondo i quali i paesi al di fuori della moneta unica non possano essere supervisionati dal consiglio della BCE
- Prezzi di produzione
Lettura ferma allo 0.0% quella prevista per questo market mover che, durante il mese di settembre ha riportato una lettura allo 0.2% (0.9% agosto). L’inflazione al consumo ha superato il target della BCE al 2%, arrivando anche al 2.5% durante il mese di ottobre. Un ulteriore taglio ai tassi di interesse da parte della banca centrale sarebbe utile a ridurre i costi per il credito alle imprese della zona Euro, ma secondo molti analisti è possibile che in questo momento le banche siano poco propense alla concessione del credito soprattutto nei paesi in cui l’andamento dell’economia risulta essere ancora molto incerto.
- Prodotto interno lordo (Eurozona) v. rivista
Giovedì sarà rilasciata la versione rivista (la seconda, le versioni sono tre) del dato sul prodotto interno lordo nella zona Euro. Il market mover tenderà ad avere un impatto moderato visto che per il secondo trimestre consecutivo è stato riportato un dato negativo che pone di fatto la zona Euro in recessione economica.
- BCE: consiglio direttivo
Giovedì l’appuntamento di dicembre con la BCE e le decisioni sui tassi di interesse. Secondo diverse posizioni, la crescita lenta dei prezzi e il pericolo che anche la Germania possa finire in recessione sarà motivo di valutare attentamente la possibilità di un taglio ai tassi di interesse. Secondo alcune ipotesi, la possibilità più concreta è che la BCE decida di tagliare dall’attuale 0.75% allo 0.50%, ovvero decurtando di 25 punti base. L’annuncio di un taglio darebbe in realtà poche sorprese ai mercati , mentre il mancato taglio porrebbe la massima attenzione sulla conferenza stampa di Draghi, in attesa di indicazioni o piccoli suggerimenti che consentano di prevedere come sarà il primo 2013 per la BCE.
- Mario Draghi: conferenza stampa
A fine Consiglio, Mario Draghi terrà la conferenza stampa (Budapest) durante la quale, oltre ad annunciare eventuali decisioni prese durante il direttivo, si esprimerà sulla questione delle Grecia e fornirà le consuete analisi e previsioni economico/monetarie da parte della Banca Centrale Europea.
- Jens Weidmann
Particolarmente attrattivo sarà anche il discorso di Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank tedesca che terrà un discorso a Berlino al KFW Banking Group event. La banca centrale tedesca è ormai proverbialmente nota per le sue posizioni anti-inflazionistiche, la critica alle OMT e la particolare "ostilità" con la quale guardare all’unione bancaria. In questo contesto, dunque, i discorsi del presidente della BUBA tendono a suscitare particolari attenzioni.
- Dagli Stati Uniti
Per questa settimana, dagli Stati Uniti sono attesi i dati sulla produzione manifatturiera e del settore dei servizi oltre all’importante dato sul mercato del lavoro rappresentato dai Non-Farm Payrolls in pubblicazione venerdì.
Euro/Dollaro: analisi tecnica
Il cambio EUR/USD ha iniziato la settimana con un tentativo di rottura oltre la linea 1.30 seguito da un nuovo calo a 1.2880. Poche variazioni, in sostanza, rispetto alla scorsa settimana, continuando a testare la resistenza rappresentata dalla linea di trend ribassista di lungo periodo.
- Linee tecniche
Dall’alto, linee tecniche di particolare importanza sul cambio Euro/Dollaro saranno (dall’alto):
- 1.34 cifra tonda, tappo al cambio durante il rally della scorsa primavera e abbastanza distante dal range attuale, la linea potrebbe essere immediatamente seguita dal 1.3290: importante resistenza durante il mese di maggio.
- 1.3170 doppio massimo durante il mese di settembre 2012 e al momento è la nuova frontiera del range, se in fase rialzista il cambio non riuscisse a raggiungere questa linea, allora avremmo chiaro segnale di scarsità di momentum. 1.3140 è stato il massimo di ottobre ed oggi resistenza minore, immediatamente seguita dal 1.3170
- 1.3080 e 1.3030 sono state entrambe protagoniste dei movimenti tra settembre ed ottobre, ma hanno perso forza soprattutto rispetto alla linea successiva al 1.30.
- 1.30 è l’importantissima soglia psicologica, cifra tonda, ma anche la "resistenzona" del rally di settembre. Attualmente campo di battaglia del cambio che l’ha attraversata più volte, la linea del 1.30 è immediatamente seguita dal 1.2960 (ora leggermente più debole) che è stata supporto all’inizio dell’anno e durante il mese di settembre/ottobre.
- 1.2880 di nuovo supporto, come nel mese di ottobre, è stato il punto che ha segnato la battuta di arresto del rally dell’Euro dopo la vittoria di Obama. Seguita dalla linea 1.28 che è il punto più basso del range attuale, ma ancora comunque lontano.
- 1.2750 ha fermato il rally ribassista sull’Euro dopo le elezioni in Grecia, seguita da 1.2690, il nuovo minimo raggiunto a novembre (e breve supporto durante il ribasso dello stesso mese).
- 1.2624 e, infine, 1.2590 sono ormai linee molto più deboli che hanno funzionato da supporto durante il mese di gennaio (1.2624) e da punto di inversione del mese di agosto, prima del nuovo rialzo (1.2590).
Al di sotto, poi, c’è 1.2390 che è stata resistenza durante il mese di luglio con supporto a 1.2250.
- La resistenza di lungo periodo
La resistenza di lungo periodo (verde sul grafico) che in questo momento sta facendo da tappo al cambio risale al picco raggiunto nel 2011 a 1.4940 e, data la vicinanza con i prezzi attuali, è una linea da non perdere di vista.
Euro/Dollaro: previsioni settimanali
A quanto pare, l’accordo raggiunto sulla Grecia non soddisfa i criteri richiesti dai mercati per ottenerne la fiducia nei confronti dell’economia della zona Euro che, tuttavia, rimane sommessa ai numerosi problemi (il fatto che anche la Germania possa rallentare è una delle maggiori preoccupazioni degli "osservatori"). Probabilmente, il salvataggio della Spagna metterebbe l’Euro al riparo per qualche periodo, anche se questa possibilità possa sembrare non del tutto vera.
Dagli Stati Uniti, invece, al centro dell’attenzione c’è il fiscal cliff e i discorsi e le trattative in merito hanno il potenziale di far muovere i mercati e far scivolare la propensione e l’avversione al rischio. In generale, notizie positive aprono la strada alla propensione a rischio (che indebolisce il Dollaro), mentre notizie negative spostano il sentiment verso l’avversione al rischio (rinforzando il dollaro). Inoltre, dovremmo tenere presente che per questa settimana le letture degli indici macro in pubblicazione potrebbero risultare "falsate" (o comunque peggiorate) dai danni causati dall’Uragano Sandy.
© RIPRODUZIONE RISERVATA