Draghi: ripresa nel 2013, unione bancaria e scudo. Questi i temi di oggi

Federica Agostini

30 Novembre 2012 - 09:50

Draghi: ripresa nel 2013, unione bancaria e scudo. Questi i temi di oggi

"Non siamo ancora usciti dalla crisi, ma il recupero economico di molte zone dell’Euro inizierà sicuramente nella seconda metà del 2013" anche se il processo di consolidamento dei bilanci potrebbe avere impatto sull’economia nel breve termine.

Sono le parole di Mario Draghi, Presidente della BCE, in conferenza a Parigi e durante la quale il presidente dell’Eurotower ha sottolineato come ci sia ancora molta strada da fare verso l’unione bancaria ripetendo ancora una volta che la BCE è pronta ad intervenire con il suo "scudo" per i paesi che decidano di sottoscrivere al programma di condizionalità.

Unione bancaria

Secondo le parole di Draghi, i paesi della zona Euro devono insistere sulla via delle riforme che hanno intrapreso continuando a lavorare sull’unione bancaria, il cui scopo principale è evitare la frammentazione del settore nei paesi dell’Euro.

L’unione bancaria va applicata ad ogni banca, sottolinea Draghi riferendosi alla posizione di Berlino secondo la quale il meccanismo di supervisione dovrebbe monitorare soltanto l’attività degli istituti di credito più grandi e con filiali internazionali.

Per raggiungere una maggiore integrazione, gli stati membro devono cedere parte del loro potere nazionale pur proseguendo le riforme strutturali che mirano ad alleggerire la condizione del mercato del lavoro in zone come Francia o Italia, ha poi aggiunto Draghi.

Lo scudo

"La Banca Centrale Europea -è ormai frase di rito- farà tutto il necessario per preservare la vita dell’Euro". Il Presidente, ribadisce ad ogni suo intervento pubblico che lo "scudo salva Euro", ovvero il programma OMT, è pronto ad intervenire se e quando un paese dell’Eurozona decida di sottoscrivere alle condizioni.

Pioggia di downgrade sull’Eurozona

Riguardo ai downgrade piovuti quest’anno dalle maggiori agenzie di rating sui paesi della zona Euro, l’ultimo dei quali vede protagonisti Moody’s e il declassamento della Francia ad Aa1, Draghi risponde: i downgrade non hanno impatto immediato sui costi del credito, ma sono segnali evidenti per i governi ed un qualcosa che va preso più che seriamente.

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