CCNL Scuola firmato dal Consiglio dei Ministri: e adesso?

Simone Micocci

22 Marzo 2018 - 14:02

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Il rinnovo del contratto Scuola ha ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri: per per gli aumenti di stipendio in busta paga c’è ancora da attendere.

CCNL Scuola firmato dal Consiglio dei Ministri: e adesso?

Procede - seppur a rilento - l’iter che porterà all’approvazione definitiva del nuovo CCNL Scuola.

L’accordo sottoscritto dall’Aran e dai sindacati lo scorso 9 febbraio ha ottenuto infatti il via libera del Consiglio dei Ministri; uno step importante per insegnanti, personale ATA e ricercatori che attendono di ricevere gli aumenti stipendiali in busta paga, come previsto dal rinnovo del contratto.

Né gli aumenti stipendiali né tantomeno l’assegno con gli arretrati verrà riconosciuto nel mese di marzo, ma visto lo stato attuale delle cose c’è il rischio che ciò non avvenga neppure ad aprile. Come spiegato dalla Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, infatti, il testo dopo la firma da parte del Consiglio dei Ministri sarà inviato alla Corte dei Conti per la validazione definitiva, preliminare alla sua concreta applicazione.

E dopo il via libera della Corte dei Conti bisognerà inviare il tutto a NoiPA per l’adeguamento delle tabelle stipendiali per far sì che gli aumenti vengano caricati nel cedolino.

CCNL Scuola firmato, ma per gli aumenti c’è da attendere ancora

Il problema è che NoiPA completa il calcolo per le spettanze retributive intorno alla fine del mese, per poi pubblicare il cedolino intorno alla seconda settimana del mese successivo.

Ad oggi - 22 marzo 2018 - il testo dell’accordo firmato il 9 febbraio scorso è stato appena firmato dal Consiglio dei Ministri e inviato alla Corte dei Conti che impiegherà sicuramente più di una settimana per dare il via libera definitivo.

Ecco perché le probabilità che gli aumenti vengano corrisposti nella busta paga di aprile sono ridotte al minimo, così come quello di ricevere l’assegno con gli arretrati per le annualità 2016 e 2017.

Insomma, insegnanti e personale ATA dovranno attendere ancora un po’ prima di toccare con mano gli effetti economici del nuovo contratto, definito dalla Ministra Fedeli come un “atto di responsabilità nei confronti di oltre un milione di dipendenti dei settori della conoscenza”.

Il nuovo CCNL Istruzione e Università

La Ministra Valeria Fedeli ha annunciato con entusiasmo la sottoscrizione del Consiglio dei Ministri del nuovo CCNL Istruzione e Università che coinvolge 1.191.694 di dipendenti pubblici (di cui oltre un milione nella sola scuola).

Secondo la Ministra dell’Istruzione - che resterà in carica fino a quando non verrà nominato un nuovo Governo - ancora una volta il Governo ha “agito con profondo senso di responsabilità per riconoscere professionalmente ed economicamente il lavoro di oltre un milione di dipendenti impegnati ogni giorno nei settori della conoscenza, fianco a fianco con le nostre giovani e i nostri giovani, centro della loro azione”.

La Fedeli però ci tiene a precisare che questo è solamente un “punto di partenza perché bisogna continuare a impegnarsi per garantire continuità didattica alle nuove generazioni, stabilità, riconoscimento professionale e condizioni di lavoro dignitose alle dipendenti e ai dipendenti”.

In effetti gli stessi insegnanti e personale ATA delusi dall’accordo raggiunto sperano che questo sia solamente l’inizio, soprattutto dopo la conferma che gli aumenti stipendiali riconosciuti con il rinnovo del contratto subiranno una riduzione a partire dal 2019, vista la perdita dell’elemento perequativo.

Per maggiori informazioni in merito vi invitiamo a leggere- Rinnovo del contratto, statali beffati: aumenti stipendiali ridotti dal 2019.

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