Buoni postali: rendimento garantito anche con serie modificata

Francesco Oliva

07/01/2017

07/01/2017 - 11:52

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Rendimento garantito buoni fruttiferi postali: buone notizie per i risparmiatori (ogni tanto). Poste italiane deve pagare gli interessi anche in caso di modifica della serie. Ecco le ultime novità.

Buoni postali: rendimento garantito anche con serie modificata

Il rendimento dei buoni fruttiferi postali deve essere garantito anche in caso di modifica della serie numerica identificativa.

Poste Italiane S.p.A., in altre parole, non può opporsi al pagamento degli interessi al cittadino titolare dei buoni fruttiferi postali che sono stati modificati nella loro serie numerica.

Si tratta di una buona notizia per i risparmiatori, una delle poche dopo i tristi casi di Mps e degli stessi buoni truffa di Poste Italiane. La fonte è una sentenza dalla quarta sezione civile del tribunale di Catania che ha introdotto un importante principio a favore dei risparmiatori in merito alla questione dei buoni postali emessi in lire fra il 1974 ed il 1986. Titoli, cioè, i cui rendimenti vennero decurtati per decreto dal governo Goria nel 1983 senza una corretta comunicazione ai risparmiatori.

Rendimento buoni postali garantito anche con serie numerica modificata: la vicenda

La sentenza 6430/2016 della quarta sezione civile del tribunale di Catania introduce finalmente un basilare principio di diritto: Poste Italiane deve garantire il rendimento dei buoni fruttiferi postali anche nel caso in cui la serie numerica sia stata modificata.

La questione trattata dai giudici siciliani concerne i buoni fruttiferi postali emessi in lire fra il 1974 ed il 1986. Titoli, cioè, i cui rendimenti vennero tagliati per decreto dal Governo Goria nel 1983 senza che fosse fornita adeguata comunicazione ai risparmiatori. Il taglio dei rendimenti dei buoni fruttiferi postali venne pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma Poste Italiane continuò a vendere buoni fruttiferi postali con le indicazioni dei vecchi tassi d’interesse (pubblicità ingannevole?) che oggi, tuttavia, Poste Italiane si rifiuta di riconoscere ai risparmiatori.

La conseguenza? Ovviamente ciò ha prodotto e sta producendo tantissimi ricorsi contro Poste Italiane. Con la sentenza del tribunale di Catania l’ago della bilancia penderà inevitabilmente a favore dei risparmiatori.

Rendimento buoni fruttiferi postali: quando Poste compromette la tutela del risparmio

Poste Italiane in questa vicenda ha incredibilmente danneggiato la tutela del risparmio dei suoi sottoscrittori, tradendo un fondamentale principio costituzionale.

Si tratta di un errore, almeno secondo l’amministratore delegato Francesco Caio:

l’emissione del titolo serie P (quello della serie modificata, ndr) è avvenuta per mero errore, atteso che detta serie Bpf (buono postale fruttifero, ndr) non era più vigente dal 1984

I giudici hanno fatto evidenziare a questo proposito come ciò non sia condivisibile e non possa, in nessun caso, produrre un danno ai contribuenti.
Il principio fondamentale sancito dalla sentenza del tribunale di Catania a tutela del rendimento dei buoni fruttiferi postali anche in caso di modifica della serie numerica è il seguente:

La discrepanza tra le prescrizioni ministeriali e le indicazioni riportate sui buoni postali offerti in sottoscrizione alla richiedente deve essere risolta dando la prevalenza alle seconde. I buoni fruttiferi postali hanno ad oggetto il contenuto enunciato dai buoni, anche quando in precedenza, con decreto ministeriale, siano state modificate le relative condizioni.
Non è possibile ritenere che la mera apposizione di un timbro che ne modifichi la serie e che si sovrapponga alla tabella di calcolo degli interessi possa superare il contenuto proprio del titolo per come emesso

Poste Italiane dovrà risarcire i risparmiatori

Nel caso di specie, Poste Italiane è stata condannata al pagamento dell’intero importo (circa 1 milione di vecchie lire) al risparmiatore siciliano “tradito” dal buono postale emesso nel 1987. Ovviamente non si tratta di una cifra astronomica ma rappresenta una delle tante pronuncie giurisprudenziali fortunatamente a favore dei risparmiatori italiani.

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